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Ai giovani disoccupati: “mettetevi in proprio non ascoltate sogni”.

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Ai giovani abbiamo il dovere di parlare con il linguaggio della verità, non raccontare sogni:

“L’unico modo che si ha oggi per avere un lavoro vero e degno di questo nome è solo mettersi in proprio”.

E’ il solo modo che conosciamo  per salvarsi dal disastro occupazionale creato dalla crisi.

Le azioni dell’esecutivo per risolvere il problema della disoccupazione, produrranno effetti positivi in tempi molto lunghi.

Il messaggio che inviamo ai giovani:

“siate scaltri è inutile farsi illusioni e farsi illudere”.

Non bisogna commettere l’errore del passato: ossia accettare di essere “cooptati” dal potere senza imparare una professione.

E’ quello che hanno sempre fatto i nostri politici: impiegato con il voto di scambio persone, che non hanno imparato nulla,

per poterli tenere sempre in controllo.

Non accontentatevi di avere un lavoro precario, una collaborazione o di lavorare in una grande fabbrica:

“per essere liberi imparate una professione”.

Conoscere una professione è come avere un congruo conto in banca che non vi lascerà mai al verde.

Il nostro premier sembra ormai un predicatore “il lavoro è la nostra priorità”, ma cari giovani “al momento ciò è irrealizzabile”.

il lavoro è una priorità, perché sistemare le giovani generazioni in multinazionali, aziende pubbliche, banche e tutti gli altri organismi che fanno parte del sistema “è il modo per tenerli sotto controllo”; “è il modo per non farli essere di liberi di pensare ed agire”, il modo per conservare il potere, il pericolo delle tensioni sociali, e’ solo il pericolo di perdere il potere.

Non abbiate paura;  oggi aprirsi un’attività propria e’ più facile di quello che pensate.

Bisogna prima di tutto imparare “una professione”, sia per operare in proprio che per ottenere un lavoro subordinato, e questo a  qualsiasi livello.

Ma conoscere una professione in entrambi i casi significa essere persone libere.

Gli strumenti finanziari ci sono:

– il fondo centrale di garanzia statale che garantisce il vostro finanziamento in banca
e finanzia la vs. idea d’impresa.

(chiedete alla vs banca o ad unicredit, che vi spiegheranno il funzionamento)

– i fondi europei che stanno arrivando copiosi dalla banca europea per gli investimenti bei.

– il prestito d’onore di invitalia per investimenti fino a 30mila euro, di cui la metà a fondo perduto;

– la microimpresa di invitalia per investimenti fino a 150mila euro di cui la metà a fondo perduto;

Quindi industriatevi:

    1. nell’elaborare la vostra idea imprenditoriale o professionale,
    2. nell’elaborare un business plan ben fatto,
    3. nel partire con tranquillità.

non sarà certo una passeggiata.

E’ il nostro paese ad avere bisogno di voi e non il contrario come vi vogliono far credere la politica e i media.

Solo con le vostre idee, le vostre invenzioni, le vostre trovate, “potremo portare questo paese fuori dal guado”.

Siamo un paese vecchio e bloccato, con una classe dirigente fine a se stessa, tranne alcune eccezioni.

Tutti i maggiori analisti dicono che il nostro paese, stenterà almeno per un altro anno.

l’FMI ad aprile ha dichiarato che per il 2013:
in italia si prevede una brusca salita del tasso di disoccupazione che dal 10,6% del 2012 per quest’anno è previsto al 12,0% per poi crescere ancora al 12,4% nel 2014.

Si tratta delle stime riportate nel rapporto “world economic outlook”, a cura del fondo monetario internazionale, che delinea nelle incertezze politiche italiane uno dei rischi sulla ripresa globale.

Capite benissimo che per risolvere il problema della disoccupazione bisogna prima sistemare tante altre cose.

La politica ha fretta di sistemarvi, altrimenti perderà il controllo del sociale,  ma è proprio in questo momento che dovete dimostrare di sapervi gestire da soli.

Potrete scrivermi per avere consigli.

 

Equitalia limitazione esproprio prima casa e più di un 1/5 del valore dei capannoni produttivi.

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Tra i provvedimenti che oggi il Consiglio dei Ministri dovrebbe varare, dovrebbe trovare spazio amche “la limitazione ai poteri di esproprio di Equitalia”.

L’Agenzia per la riscossione non potrà più espropriare “la prima casa per crediti non onorati dal proprietario”.

Equitalia manterrà il diritto di garanzia e prelazione sui crediti vantati, ma non potrà più procedere all’esproprio – ai fini della vendita della prima casa – quando questa sia l’unico bene del debitore.

Fanno eccezione ville, castelli e case signorili.

Limitazioni ad Equitalia anche per gli espropri dei capannoni industriali di proprietà di imprese produttive: “l’esproprio non potrà superare un quinto del valore del fabbricato”.

Inoltre nel caso di dilazioni o rateizzazioni concesse per debiti erariali “la decadenza dal beneficio” avverrà solo dopo 5 rate impagate anzichè dopo due, come dispone l’attuale Legge in vigore.

Un atto dovuto dallo Stato, che pretende il pagamento di tasse impagate da imprese in difficoltà proprio a causa dell’inettitudine politica che ha distrutto migliaia di aziende.

Espropriare anche la casa di abitazione, per difficoltà causate dallo stesso Stato creditore “sarebbe un vero e proprio furto”.

Consiglio dei ministri 15 giugno: Iva, riduzione bollette, imu, fondo di garanzia. Vediamo se Letta sa fare il premier…

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Oggi 15 giugno 2013 si terrà il Consiglio dei Ministri che dovrebbe trovare una soluzione per scongiurare l’aumento dell’IVA, e anche le risorse per l’eliminazione dell’IMU.

Ma non ci si può rendere conto se il nostro Premier Letta, sia davvero il capo dell’esecutivo o il rettore di un plesso universitario!

LETTA ambisce alla laurea: “l’occupazione” ma non studia per superare il primo esame: “il blocco dell’aumento dell’IVA”.

Parla solo con l’Europa: «sul lavoro non c’è più tempo da perdere» dice ai ministri europei in prossimità del vertice “sull’occupazione”  che si terrà a Roma.

Una preoccupazione nobile la sua, per la quale però non si  rende conto che esistono «le correlazioni economiche» che permettono un risultato (il lavoro) tramite un’azione precedente “evitare l’aumento dell’IVA”.

Vediamo oggi in Consiglio dei Ministri cosa succede, avrà accanto SACCOMANNI, ZANONATO E LUPI, che gli faranno da sponda.

Non crediamo di avere un premier di forma.

Persino il capogruggo del Pdl alla Camera Renato Brunetta ha dichiarato: “l’Iva non aumenterà, le risorse si troveranno. così come sarà eliminata l’Imu per la prima casa. Letta manterrà gli impegni e dirà una parola di chiarezza”.

Ed ha ragione, «le risorse occorre trovarle». L’aumento dell’IVA potrebbe essere «il colpo di grazia per una recessione senza ritorno», mentre qualcuno pensa alle “universiadi del lavoro e dell’occupazione per tutti”  che si terrano  probabilmente in un “PAESE DESERTO!”.

Speriamo almeno di non sentire altri proclami ed invocazioni al cielo, puramente teorici e senza incisività.

Ma dove sono finiti i tagli alla spesa pubblica, alle province, la vendita del patrimonio pubblico?

Oggi il Consiglio dei Ministri dovrebbe approvare una marea di semplificazioni.

SACCOMANNI dice: “Ci concentreremo per la riattivazione del credito a favore degli investimenti delle imprese e sulla riduzione delle bollette elettriche”. Continuando ha detto anche che”occorre valorizzare al massimo le risorse pubbliche disponibili, anche se sono limitate, per stimolare gli investimenti privati attivando un effetto moltiplicatore. Da un lato potenzieremo il fondo centrale di garanzia consentendo così ad una platea molto più ampia di piccole e medie imprese di beneficiare di questo importante strumento. Questo potrà allentare le difficili condizioni di accesso al credito per decine di migliaia di imprese contrastando la forte stretta creditizia in atto. Il Fondo ha risorse sufficiente per tutto l’anno ma è già previsto un cospicuo rifinanziamento che consentirà di attivare credito aggiuntivo per circa 50 miliardi”.

Agevolazioni per le imprese. Riattivazione del canale di finanza agevolata a favore delle aziende che intendono rinnovare i propri processi di produzione con l’acquisto di nuovi macchinari, fino a 2 milioni di euro per azienda.

Ha detto: “Sono 5 miliardi le risorse disponibili, grazie alla Cassa Depositi e Prestiti a tasso dimezzato per aiutare le imprese che, per quanto in una situazione di difficoltà, scelgono comunque di investire sul futuro”.

Alfano: “l’obiettivo è non aumentare Iva ed  eliminare l’Imu”;  anche il vicepremier dopo la conferenza dei Prefetti ha ribadito: “Ci battiamo e ci batteremo per eliminare l’Imu sulla prima casa e per evitare l’aumento dell’Iva.”

Condividiamo le parole di Saccomanni, Brunetta e Alfano congrue con le esigenze del Paese.

Per quanto riguarda Fabrizio Saccomanni crediamo sia il vero leader di questo esecutivo.

Coerenza, praticità e pragmatismo sono dalla sua parte con idee allineate perfettamente alle esigenze della base.

Accordo banca europea-unicredit per finanziamenti alle PMI.

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Accordo banca europa (BEI)  ed Unicredit per il finanziamento a medio-lungo  termine delle PMI.

Siglato l’accordo tra la banca europea per gli investimenti (BEI) e l’italiana UNICREDIT, per promuovere finanziamenti a medio e lungo termine a favore delle PMI.

Sono 580 milioni di euro i fondi stanziati dai due istituti di credito, banca europea -UNICREDIT, a favore delle Piccole  e medie imprese per il rilancio dell’economia e della produzione attraverso nuovi investimenti.

I progetti d’investimento che le PMI  potranno promuovere attraverso il finanziamento della banca europea, per un importo fino a 25 milioni di euro, riguarderanno qualsiasi settore produttivo:

  1. immobili: acquisto e costruzione, ampliamento, ristrutturazione di immobili;
  2. acquisto di impianti; macchinari, attrezzature, automezzi;
  3. spese di ricerca sviluppo e innovazione.

Le aree di intervento distingueranno il plafond disponibile ai fini di investimento, in riguardo all’assetto dimensionale dell’impresa:

  1. alle PMI 400 milioni di euro;
  2. alle Mid Corporate: 50 milioni di euro;
  3. ai programmi di protezione ambientale ed energie rinnovabili: 100 milioni di euro;
  1. Il vice presidente della banca europea per gli Investimenti  – BEI – Dario Scannapieco ha messo in evidenza, come  la BEI con la collaborazione con UniCredit, mette a disposizione del mondo produttivo italiano la propria finanza, con lunghe scadenze e tassi favorevoli  ”.

fonte: PMI.IT

Il fallito paga al fallimento parte dei guadagni della nuova attività.

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Secondo quanto affermato dalla Suprema Corte di Cassazione, il fallito che intraprende una nuova attività in proprio deve versare al fallimento, chiuso precedentemente, una parte dei guadagni conseguiti e non dei ricavi lordi.

“In assenza di determinazione, da parte del giudice delegato, delle somme che il fallito è autorizzato a trattenere, dovrà essere il giudice penale ad effettuare, incidentalmente, la valutazione richiesta dall’art. 46 della legge fallimentare, avendo mente alle esigenze del fallito e della sua famiglia”.

E’ uno stralcio della sentenza n. 24493 del 5-6-2013 con cui la Corte di Cassazione ha stabilito la nullità di una precedente condanna a carico del fallito – per bancarotta fraudolenta post fallimento – per presunta distrazione di beni della nuova attività imprenditoriale intrapresa.

La Corte ha stabilito anche che: “Il reato di bancarotta post fallimento si concretizza nella distrazione delle somme pervenute ai fallito per l’attività esercitata successivamente alla dichiarazione di fallimento, qualora dette somme superino i limiti determinati dai giudice delegato in relazione a quanto occorre per il mantenimento dell’imprenditore fallito e della famiglia, ai sensi dell’art. 46 comma 1 n. 2, ed ultimo comma della Legge sul Fallimento”.

La Cassazione ha precisato “che è onere del fallito dare la prova, anche per via induttiva, dei costi sostenuti nell’esercizio della nuova impresa”.

Inoltre: “Nel fallimento non vanno riversati i ricavi lordi della nuova attività esercitata dal fallito dopo il fallimento, ma i guadagni netti conseguiti; con la conseguenza che, per stabilire se il fallito abbia sottratto beni alla massa fallimentare, occorre tener conto dei costi da lui incontrati nella gestione dell’attività, dovendosi per l’effetto considerare distratte le somme che rappresentano il guadagno effettivo ed eccedente i limiti stabiliti dai giudice delegato”.

Saccomanni mancano i soldi per IVA ed IMU.

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Ci risiamo, i tassatori sopravvivono ai governi ORMAI DA VENTI ANNI, ed oggi piegati anche dai complessi impegni europei.

Dopo tante promesse sembra proprio che l’aumento dell’IVA al 22% non si possa scongiurare per la mancanza dei 4 miliardi occorrenti.  Il Ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni ha dichiarato che mancano anche gli altri 4 miliardi per l’eliminazione definitiva dell’IMU sulla prima casa..

Saccomanni ha spiegato che l’esecutivo «è al lavoro per  la riduzione della pressione fiscale su consumi e proprietà immobiliare», e alla «quantificazione globale delle esigenze di finanziamento per centrare questi obiettivi», ma il peggioramento dell’economia rendono difficilemnte praticabile  il blocco dell’aumento IVA.

Inoltre l’eliminazione completa dell’Imu costerebbe altri 4 miliardi di euro. In totale 8 miliardi, che spiega il ministro «attualmente non sono rinvenibili».

E’ guerra tra PDL e PD.  Il governo Letta che sta prendendo i connotati precisi del precedente governo MONTI, non sembra adatto a tradurre la teoria in realtà soprattutto quando vige la prostazione verso i vertici euopei.

Molte promesse insomma, che dovrebbe farsi esclusivamene quando già  si hanno i soldi in tasca.

Aumentare l’IVA, che teoricamente vale 4 miliardi in quanto dovrebbe portare il pari importo in maggior gettito, non è detto che si concretizzi: a questo punto il gatto che si morde la coda è il meno compromesso.

Secondo noi l’aumento dell’IVA causerà nuova recessione e calo dei consumi con conseguente diminuzione del maggior gettito atteso.

Tares: come si versa per il prossimo 30 giugno 2013.

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TARES: come si versa il tributo per il prossimo 30 giugno 2013.

La TARES poteva essere pagata dal 27 maggio 2013 fino al 30 giugno 2013, termine ultimo.

L’Agenzia delle Entrate consiglia di barrare la casella acconto per evitare problemi con i sistemi informativi. In ogni caso molti comuni stanno deliberando di versare le prime 3 rate come l’anno scorso (di cui la prima entro il 30 giugno) e sull’ultima o quarta rata conguagliare il calcolo finale.

Per il pagamento del tributo comunale è necessario utilizzare il modello F24, presso qualsiasi sportello Postale o Bancario, o anche tramite il proprio home-banking.

 COME SI EFFETTUA SI EFFETTUA IL VERSAMENTO DELLA TARES.

La Tares è il nuovo tributo sui rifiuti e servizi entrata in vigore con decorrenza 1° gennaio 2013.

Esclusivamente per quei comuni che sono dotati di sistemi di misurazione delle quantità di rifiuto consegnato al pubblico servizio, conferisce la possibilità di applicare una “tariffa e non una tassa” , per il quale pagamento occorrerà utilizzare sempre il modello F24 ma «con un codice tributo diverso».

I codici tributo TARES di tariffa, tassa e maggiorazione sono:

3944 che dovranno utilizzare quei contribuenti residenti nei comuni che hanno optato per l’applicazione della tassa;

– 3950 per coloro che invece sono soggetti alla tariffa.

– 3955 E’ il codice tributo da utilizzare per la maggiorazione.

Per il versamento di sanzioni ed interessi in caso di omissione della Tares TASSA,  l’Agenzia delle Entrate ha provveduto a diffondere i seguenti codici tributo:

-3946 da utilizzare per il versamento delle sanzioni inerenti la tassa;

-3945 da utilizzare per il versamento degli interessi inerenti la tassa;

Per versamento di sanzioni e interessi in caso di omissione della TARES tariffa, l’Agenzia delle Entrate ha comunicato invece questi altri  codici tributo:

-3951 da utilizzare per il versamento degli interessi sulla tariffa;

-3952 da utilizzare per il versamento delle sanzioni per la tariffa:

Maggiorazione: Il Codici tributo per il versamento di interessi e sanzioni a seguito di attività di controllo.

Per il versamento di interessi e sanzioni sulla maggiorazione, dovuti in seguito all’attività di controllo, si dovranno utilizzare i seguenti codici tributo:

-3956 maggiorazione interessi tassa o tariffa;

-3957 maggiorazione sanzioni tassa o tariffa;

PER IL PAGAMENTO TARES COMPILARE LA SEZIONE DEL MODELLO F24 “IMU ed altri TRIBUTI LOCALI”

INDICARE IL CODICE CATASTALE DEL COMUNE A CUI DEVE ESSERE PAGATA LA TARES;

BARRARE LA CASELLA “ACC” SOLO PER LA PRIMA RATA;

INDICARE IL NUMERO DEGLI IMMOBILI;

INDICARE IL CODICE TRIBUTO (di cui sopra)

INDICARE IL NUMERO DELLA RATA CHE SI STA PAGANDO RISPETTO AL TOTALE : ESEMPIO 2 / 3 – La seconda rata delle tre da pagare. (per il 30 giugno non indicare nulla)

INDICARE L’ANNO A CUI SI RIFERISCE IL TRIBUTO;

INDICARE L’IMPORTO DA VERSARE;

BARRARE LA CASELLA “RAVV” nel caso in cui il contribuente voglia versare in ritardo il tributo omesso.

IL CALCOLO DELLA DOVUTO TARES.

Qui si va nella fantascienza fiscale, per la quale pensiamo che lo Stato per far dimenticare al cittadino «il dolore per quanto esborsa» lo impegni in calcoli assolutamente da fisico-matematico in modo da surrogare il gravame del pagamento, facendolo diventare meno infame del calcolo medesimo.

La determinazione della TARES dovuta dovrà essere effettuata considerando:

  • la superficie degli immobili;
  • il valore medio statistico che varia in riferimento alla famiglia o all’impresa;
  • a tale valore medio si applica il cofficiente dell’80 %.

Ovviamente per effettuare il calcolo del quantum bisogna far riferimento ai regolamenti TARES dei vari comuni, che potranno stabilire maggiorazioni, dello 0,30 per metro quadro in base al D.L. n. 35 del 2013 o eventuali esenzioni dal TRIBUTO.

Molti comuni che ovviamente non sanno che pesci prendere, hanno deliberato di poter versare le prime tre rate per eguale dell’anno scorso, salvo poi conguagliare l’importo saldo sulla quarta.

Si ricorda inoltre che l’Agenzia delle Entrate ha consigliato per il pagamento della prima rata di barrare la casella “ACC”  acconto per evitare problemi di allineamento delle procedure.

Buona fortuna

 ESEMPIO DI MODELLO F24 NEL CASO DI VERSAMENTO DELLA TASSA 3944 E DELLA MAGGIORAZIONE 3955 IN ACCONTO COME DA INDICAZIONI DELL’AGENZIA.  SI RICORDA CHE SE

SI HANNO CREDITI IRPEF, IVA, IRAP, ECC. POTRANNO ESSERE UTILIZZATI IN COMPENSAZIONE PER IL PAGAMENTO DELLA TARES.

IN QUEL CASO OCCORRERA’ indicare IL CODICE TRIBUTO DEL CREDITO (AD ESEMPIO 4001 2012 NELLA SEZIONE ERARIO, importo a credito compensati) IN MODO TALE CHE LA DELEGA SARA’ A PAGAMENTO ZERO.

Il lavoro si crea con la conoscenza di una professione, Letta è fuori strada.

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Non basta dare il cuore per sostenere il problema del lavoro. Il proselitismo delle assunzioni di massa, che ricordano il vecchio metodo interlocutivo della politica con i cittadini e l’elettorato, era insostenibile ieri e tanto di piú oggi.

E’ questa l’anamnesi che Letta deve profondere nel sistema politico.

Nuova occupazione si potrà solo ricreare attraverso la conoscenza di una professione, spendibile in ogni dove, sia nell’iniziativa autonoma che nell’attività di lavoro subordinato.

L’occupazione che oggi manca è quella che era sostenuta dai vecchi regimi di scambio, che non hanno permesso di conoscere una vera professione.

Chi crede come Letta che i problemi legati al lavoro e all’occupazione si possano risolvere attraverso antiche e obsolete prassi stato-cittadini, è completamente fuori strada nel momento in cui non sostiene i mutamenti repentini dell’economia dei nostri Paesi e del nostro Paese in particolare.

Negli anni 80-90 le discutibili pratiche di partito permettevano di accedere ad un rapporto diretto con l’elettorato e proporre” una simbiosi attraverso l’accompagnamento”  al lavoro che venivano elargiti come “premio di proselito”, assolutamente improduttivi e pagati con debito e non con prodotto.

La disoccupazione si poteva sempre sostenere con il lavoro creato attraverso bioniche ed artificiali emissioni, e tanti concittadini hanno accettato attività subordinate allo Stato o a grosse organizzazioni che si nutrivano e ripagavano il sistema attraverso l’effimera sistemazione dei propri sostenitori.

Nessuno ha mai messo in conto che “essere pagati e non produrre”, prima o poi gli sarebbe ritornato contro, «come il grosso boomerang che non ti aspetti».

L’inseguimento del posto di lavoro non propedeutico alla conoscenza ha prodotto una marea di disoccupati, proprio perché non potrà «mai esistere un sistema occupazionale che non produce merito e ricchezza». E il milione di posti di lavoro che oggi mancano all’appello sono proprio quelli creati attraverso questa subdola compliance partito – cittadini.

Coloro che per fortuna sono rimasti fuori da questo sistema vuoto, o per scelta o per incuria del partitismo, ed hanno invece inseguito con sacrificio solo il merito della conoscenza, oggi sono occupati  e con un mestiere o professione, sebbene nelle grinfie di una crisi asfissiante.

Chi crede quindi come Letta di poter risolvere il problema del lavoro attraverso questi sistemi «è completamente fuori da ogni logica e ragionevolezza»; non a caso coloro che oggi sono disoccupati sono gli stessi che hanno perpetrato l’accettazione di una occupazione senza una conoscenza di una professione.

Oltretutto questo debito improduttivo ha creato altri disoccupati nelle sane micro-imprese e industrie del Paese.

Chi conosce una professione non dovrà mai chiedere lavoro ma solo arricchire le sue conoscenze, linfa insostuibile della crescita personale e reddituale.

A cura di Giuseppe Merola
Skype: gmer06

Bundesbank: i poteri BCE vanno limitati.

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Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, ha chiesto alla Corte Costituzionale tedesca che i poteri della BCE vengano limitati per scongiurare “i rischi di instabilità monetaria”.

La Corte Costituzionale tedesca, è stata chiamata a giudicare la legittimità del PIANO OMT messo a punto dalla BCE,  bocciato dalla Bundesbank.

RICORDIAMO CHE IL PIANO OMT OCCORRE PER COMPRARE IL DEBITO DEI PAESI IN DIFFICOLTA’.

Secondo Weidmann, presidente della Banca centrale tedesca,  il piano OMT della BCE ha il solo obiettivo di premiare le insolvenze di alcuni degli Stati dell’Unione; il fatto che i mercati siano stati calmierati dal potere illimitato della BCE (di comprare debito pubbico) – pur non avendolo mai fatto – non si connatura con il mandato conferito alla BCE, stabilito dai Trattati.

Il capo della Bundesbank è convinto che se le possibilità di intervento della Banca Centrale Europea, non vengono limitati, saranno a rischio credibilità e stabilità dell’euro e dell’economia della UE.

La Bundesbank nella sostanza, nel giudizio costituzionale, si aspetta che i giudici della Corte tedesca chiedano AL GOVERNO, nella pronuncia – attesa per settembre –  “di imporre una revisione dei trattati proprio allo scopo di limitare i poteri conferiti alla BCE”.

Joerg Asmussen, che rappresenta nel giudizio la BCE, ha DICHIARATO che una TALE richiesta di modifiche potrebbe far scattare altre ISTANZE da parte di altri stati, contrari alle politiche monetarie tedesce. Asmussen ha puntualizzato quanto affermato dal presidente Mario Draghi: “non è intenzione della Bce prevenire eventuali insolvenze di altri Paesi membri della UE”.

Il giudizio costituzionale, promosso dai ricorsi di circa 35mila cittadini tedeschi, è attesa intorno a settembre.

Clemens Fuest, presidente del centro studi Zew ha dichiarato che il piano della Bce contravviene alla sovranità di bilancio della Germania, in quanto esporebbe il contribuente tedesco a rischi non previsti dal Parlamento.

La pronuncia attesa per settembre, ci sembra un evento molto importante; potrà costituire, l’effettiva caduta dell’Euro, o l’uscita della Germania, che da quando è iniziata la crisi sta ledendo le economie dei Paesi in difficoltà ed oggi anche la sua.

La crisi potrà lasciare il posto alla ripresa solo indue  due modi:

Mediante l’uscita della Germania oppure con lo scioglimento della moneta unica.

Aspi: chi apre un’attività autonoma può chiederla per intero.

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ASPI E MINI ASPI: COLORO CHE INTRAPRENDONO UNA NUOVA ATTIVITA’ AUTONOMA, POSSONO CHIEDERE IL PAGAMENTO DELL’INTERO IMPORTO RELATIVO ALLE MENSILITA’ ANCORA DA RICEVERE in relazione all’indennità sostitutiva del reddito.

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 133 dell’8 giugno 2013 Il Decreto Interministeriale datato 29 marzo 2013 che prevede la possibilità di richiedere il pagamento di tutte le mensilità dell’ASPI e MINI ASPI ancora da ricevere, e per intero, qualora si intraprende una nuova attività di lavoro autonomo o d’impresa.

Quindi coloro che stanno ricevendo l’ASPI o vecchia indennità di disoccupazione, potranno richiedere all’INPS, tutte le mensilità attese, se dimostrano di intraprendere un’attività di lavoro in proprio.

I disoccupati che hanno perso il lavoro involontariamente (quindi licenziati e non dimissionari) e percepiscono l’ASPI o mini ASPI ed hanno intenzione di iniziare una attività di lavoro autonomo, avviare un’impresa o una microimpresa o associarsi ad una cooperativa, possono ottenere la liquidazione “in unica soluzione” dell’indennità mensile per un numero di mensilità pari a quelle spettanti e non ancora percepite.

Nel provvedimento è stato quantificato il limite massimo della prestazione, termini e modalità per la presentazione della domanda.

Questi sono provvedimenti diretti allo sviluppo, che non perseguano solo fini esclusivi di assistenzialismo.