Home Blog Page 378

IVA e IMU: Berlusconi chiede lo sforamento del 3%.

0

IVA ED IMU: necessario il blocco dell’aumento dell’IVA e necessaria l’eliminazione dell’IMU sulla prima casa.

Come si può non condividere la richiesta di Berlusconi, fatta al Governo,  in merito alla necessità vitale per la ripresa, “di bloccare l’aumento dell’Iva al 22% ed eliminare definitivamente l’Imu sulla prima casa, per il momento solo sospesa”.

Gli 8 miliardi che occorrono (4 mil. per l’Iva e 4 per mil. per l’Imu) sono solo l’1% della spesa pubblica  (che non si sta cercando assolutamente di razionalizzare e ridurre).

E comunque non si percepisce il motivo reale per il quale si obbedisce pedissequamente a ciò che dice la UE, piuttosto a ciò che direbbero i mercati.  Perchè è di questi che  ci dobbiamo preoccupare…giusto ?

Non ê detto che aumentare l’IVA al 22% porti più gettito all’erario in un periodo di recessione, e non è detto “di contro che congelare “l’aumento dell’IVA”  (e quindi non aumentare la pressione fiscale altissima stimata dalla Confartigianato al 53%)  non sia ELEMENTO POSITIVO per gli investitori, AI FINI DELLA RIPRESA.

Sebbene il decreto del “fare” sia una possibile cura riabilitativa della nostra economia in recessione, gli effetti positivi dei provvedimenti arriveranno a 9-12 mesi di distanza.

Ma il malato Italia, nel frattempo,  per sopravvivere, ha bisogne di cure immediate”.

Domanda di assegni familiari: i fabbricati soggetti ad IMU sempre da indicare.

0

Assegni familiari non condizionati dall’IMU sui fabbricati e dalla loro esenzione IRPEF quando non locati.

Nella domanda per la corresponsione degli assegni familiari,  i redditi dei fabbricati vanno sempre sommati al reddito da lavoro dipendente, anche se eventualmente NON DICHIARATI IN 730 o UNICO,  e non soggetti all’imposta sulle persone fisiche IRPEF  in quanto già gravati dell’IMU.

L’INPS con il messaggio n. 9710 del 14-6-2013, avente ad oggetto: “Assegno per il nucleo familiare, modalità di computo del reddito del nucleo familiare”, ha così risposto ad alcune istanze circa la rilevanza delle rendite catastali dei fabbricati ai fini della compilazione del modello “ANF/dip” per la domanda di assegni familiari; visto che ai fini IRPEF gli eventuali immobili posseduti e non locati, non sono più imponibili IRPEF, avendo già scontato l’imposta unica IMU.

L’Inps ha chiarito «che ai sensi della disciplina degli Assegni per il Nucleo Familiare, l’introduzione dell’imposizione lMU non determini alcuna modifica della natura dei redditi di fabbricati e terreni, né delle vigenti modalità di computo degli stessi».

Quindi in riguardo  alle richieste di ASSEGNI FAMILIARI per il periodo 1.07.2013/ 30.06.2014  i redditi derivanti da immobili e terreni relativi all’anno 2012, dovranno  continuare ad essere indicati tra i redditi assoggettabili all‘IRPEF (Tab. A, colonna 2 del Mod. ANF /Dip).

Ancora  l’INPS ricorda che ai fini dell’accertamento del diritto e della misura dell’assegno per il nucleo familiare occorre considerare il “reddito complessivo assoggettabile ad Irpef ed i redditi di qualsiasi natura, ivi compresi quelli esenti da imposta o soggetti a ritenuta alla fonte a titolo di imposta o ad imposta sostitutiva” ( art.2 c.9 L.153/88 circ. 12/90) , se superiori a 1032,91.

In tal senso si ricorda che il reddito “assoggettabile” ad IRPEF non sempre coincide con il reddito effettivamente gravato dalla imposta medesima.

In parole spicciole ai fini della compilazione del modello per la richiesta di assegni familiari, oltre al reddito da lavoro DIPENDENTE soggetto a dichiarazione e ad imposta IRPEF, occorre anche indicare le RENDITE CATASTALI RIVALUTATE DEGLI IMMMOBILI POSSEDUTI, ANCHE SE NON SOGGETTI AD IRPEF, in quanto già gravati dell’IMU.

In sostanza bisogna compilare il modello allo stesso modo dell’anno scorso.

ESEMPIO:

DICHIARAZIONE PRESENTATA MOD. 730/2013:

RENDITA CATASTALE FABBRICATO PRIMA CASA = 450,00 EURO

RENDITA CATASTALE SECONDA CASA NON LOCATA 600,00 EURO.

REDDITO DA LAVORO DIPENDENTE = 30.000,00 EURO LORDI  (reddito complessivo mod. 730) LE RENDITE CATASTALI VANNO INDICATE MA NON SOMMATE AL REDDITO COMPLESSIVO  NEL 730 COME AVVENIVA L’ANNO SCORSO, ANCHE SE POI LA RENDITA RIVALUTATA DELLA PRIMA CASA POI VENIVA DEDOTTA, QUEST’ANNO INVECE NON INFLUISCONO IN ALCUN MODO SUL REDDITO COMPLESSIVO.

MA AI FINI DELLA DOMANDA DI ASSEGNI BISOGNA PROCEDERE IN QUESTO MODO:

ESEMPIO DI COMPILAZIONE DOMANDA ASSEGNI FAMILIARI ANF/DIP:

REDDITI DA LAVORO DIP           ALTRI REDDITI          MOD.                     REDDITO COMPLESSIVO AI FINI DELGI ASSEGNI

30.000,00                                          1.102,50                   730                                                     31.102,50

giuseppe merola assegni familiari

Mef: è ufficiale la proroga dei versamenti da unico. Ma il 20 agosto 2013 Pay-day.

0

E’ ufficiale la proroga dei versamenti da Unico 2013.

Sono circa 4 milioni i contribuenti che hanno respirato a pieni polmoni.

Per oggi 17 giugno 2013, occorrerà solo battere cassa per il pagamento della prima rata dell’IMU, mentre per i versamenti derivanti dall’UNICO 2013, SI AVRA’ TEMPO fino all’8 luglio 2013, quale primo rendez-vous, senza maggiorazioni  e poi fino al 20 agosto 2013 con la maggiorazione dello 0,40 % di quanto dovuto all’ 8 luglio.

La proroga dei versamenti derivanti dalla dichiarazione dei redditi ed IRAP, riguarda solo i contribuenti soggetti agli studi di settore ed anche i nuovi minimi, che pagano la sostitutiva del 5%, nonchè i soci partecipanti in società di persone o in srl trasparenti.

Rispetto alle previsioni,  la proroga ha allargato anche ai nuovi minimi, che si pensava venissero esclusi dal rinvio dei versamenti.

Il tutto è accaduto dopo il question time proposto al MEF, lo scorso 30 maggio 2013.

Il problema principale della proroga era costituito dal coincidere di cassa con l’acconto Imu che pur congelato in merito alla prima casa, ha coinvolto 30 milioni circa di immobili: seconde case, opifici industriali impiegati nell’attività d’impresa o di lavoro autonomo.

Uno dei problemi per cui i professionisti e le associazioni di categoria avevano cominciato a premere sul ministero dell’Economia era la difficoltà di allineamento dei  due adempimenti.

Vero è che la proroga, porterà “problemi-vacanza”. Meglio sarebbe stato anticipare il secondo appuntamento di unico ai primi di agosto come due anni fa.

Più valida una proroga del secondo appuntamento ai primi di agosto, proprio in funzione del fatto, che per il 20 agosto 2013 (ad estate finita) consulenti e contribuenti, dovranno pagare in un unico giorno una marea di tasse, come in “PAY DAY COLOSSALE”:

  1. I versamenti di UNICO,
  2. VERSAMENTO LIQUIDAZIONE PERIODICA IVA,
  3. VERSAMENTI DI RITENUTE,
  4. VERSAMENTI DI INPS ARTIGIANI E COMMERCIANTI,
  5. VERSAMENTO DI INAIL RATEIZZATA;
  6. SECONDA RATA DI COLORO CHE HANNO INIZIATO A PAGARE DALL’8 LUGLIO 2013.

Un guazzabuglio peraltro già vissuto l’anno scorso. Per il quale bisogna considerare anche l’invio del 770/2013 previsto per il 31 luglio 2013 e possibilmente oggetto di richiesta di prorogatio.

La nuova Sabatini del dl “fare” espugna 5 miliardi alla Cdp.

0

Il Decreto “del fare” ha riproposto la nuova legge Sabatini, che consente alle imprese di investire nell’acquisto di macchinari a vocazione produttiva. I 5 miliardi di fondi stanziati prelevati dalla CDP.

Zanonato ha espugnato 5 miliardi alla cassa depositi e prestiti per riproporre la riedizione della “LEGGE SABATINI”.

Il Cdm che ha approvato il decreto del fare, ha disposto il provvedimento che permetterà alle imprese produttive di accedere a finanziamenti (ma anche a contributi a tasso agevolato) per l’acquisto di macchine e attrezzature per un valore pari 2 milioni di euro ad operazione.

Il fondo come detto ha risorse per  5 miliardi di euro, e potrá essere utilizzato anche per l’acquisto di macchinari in locazione finanziaria.

La nuova Sabatini verrà concessa entro il 2016, tramite gli istituti bancari, con il plafond suddetto di 5 miliardi a valere sulle anticipazioni della Cdp.

I finanziamenti produttivi potranno avere la durata massima di 5 anni, e potranno anche essere assistiti dalla garanzia pubblica del fondo centrale (anch’esso rifianziato)  per un massimo di 2 milioni per azienda.

Per quanto riguarda invece il contributo, verrà  rapportato agli interessi calcolati sui finanziamenti secondo limiti che saranno stabiliti da successivi decreti attuativi.

Il contributo si ricorda, come la Legge Sabatini, è solo in conto interessi e non capitale.

Di nome Isee, di fatto riccometro: con dati inesatti scatta il penale.

0

Isee e riccometro: binomio esplosivo contro i furbetti del quartiere: i dati non correttamente dichiarati fanno scattare il penale.

La riforma dell’ISEE, prelude al (di fatto) riccometro.

Il Ministro degli affari regionali Graziano Del Rio, ha presentato il decreto che riforma la dichiarazione ISEE, che nella sostanza occorre per  la misurazione della ricchezza familiare, per questo chiamato giustamente “riccometro”.
La Riforma dell’ISEE o “indicatore della situazione economica equivalente” – che si ricollega a quanto previsto dall’art. 5 della Legge 214 del 2011, (propriamente detta salva-italia!), “passerà ai raggi X” il reddito familiare dichiarato attraverso il modello ISEE.

La dichiarazione si ricorda è presentata dal contribuente al fine di ottenere agevolazioni sulle spese di istruzione, spese mediche, bonus statali, rateizzazioni, servizi sociali e quant’altro che rileva in rapporto alle capacità reddituali familiari.

La dichiarazione ISEE si potrà chiamare  a tutti gli effetti “riccometro” in quanto determina la ricchezza familiare disponibile.

Può accadere, anzi diciamo che accade, che in molti casi tali agevolazioni sono fruite in maniera indebita, in quanto i dati dichiarati dal contribuente non sono corretti.

Tale “pseudo-dimenticanza” (per chi non lo sapesse) “è penalmente rilevante”  proprio per il fatto di aver beneficiato di aiuti di stato, in luogo  di altri cittadini che ne avevano maggior diritto.

Tali rilievi di non correttezza, peraltro attuabili anche adesso, riguarderanno principalmente l’analisi delle spese effettuate dal nucleo familiare e che determineranno di fatto la costruzione del riccometro familiare.

Si tratta di tutti quei costi sostenuti dalla famiglia ritenuti significativi,  come ad esempio il possesso di yatcht, auto e moto di grossa cilindrata, ecc. ecc. che qualora dichiarati farebbero impennare il parametro ISEE ai fini dei benefit fruibili.

Le novità sono riportate nella misurazione della ricchezza familiare attraverso l’acquisizione dell’autocerficazione che di fatto costituisce la dichiarazione IMU, ma ora anche attraverso l’incrocio di banche dati, come quelle del PRA, o delle assicurazioni possedute, ecc…

Attenzioni quindi a false dichiarazioni ISEE, perchè diversamente da quanto si potrebbe pensare, ciò costituisce reato penalmente perseguibile.

Elaborare la dichiarazione ISEE, non significa riportare (pedissequamente) solo i dati della dichiarazione dei redditi 730 o unico, ma anche introiti esenti ai fini IRPEF, come ad esempio il reddito delle abitazioni – soggette all’IMU – ma non più soggette all’IRPEF, le borse di studio o le pensioni di invalidità, ed in genere tutti i redditi, che sia pur conseguiti, non rilevano ai fini delle imposte sui redditi IRPEF, ma rilevano, eccome,  ai fini ISEE.

Inoltre è bene ricordare che ai fini della costruzione della dichiarazione ISEE, e quindi dell’INDICATORE CHE PERMETTE LA FRUIZION DI BENEFICI, VI SONO ANCHE I BENI MOBILI, costituiti dagli strumenti finanziari, quali depositi in cc, azioni, obbligazioni, e tutto quanto riguarda il settore del risparmio. Ciò si ricorda andrà  sempre dichiarato nel modello ISEE, ed  è causa di scostamenti rilevanti (in incremento) dell’INDICATORE di ricchezza familiare.

Quindi il binomio ISEE-RICCOMETRO si pone come vero e proprio miglior strumento anti-evasione fiscale, più dello spesometro e del redditometro.

Calcolo IMU area edificabile a determinazione critica.

0

Calcolo IMU aree edificabili: Il calcolo dell’ IMU e prima dell’ICI sulle aree edificabili è stato da sempre «una determinazione critica».

La definizione di area edificabile, e la determinazione della sua base imponibile, sono il rebus cruciale per il calcolo dell’IMU.

La sicurezza di aver determinato correttamente la base imponibile IMU dell’area edificabile, ci potrà preliminarmente giungere dalla consultazione della delibera del Comune in cui l’area edificabile è ubicata.

Nelle linee generali della legge, è definita area edificabile ogni terreno su cui è permesso costruire in funzione dello strumento urbanistico adottato dal Comune.

Ai fini dell’imponibilità IMU dell’area edificabile ha valore la qualificazione formale del suolo indipendentemente dalle reali possibilità edificatorie.

Ma in caso di dubbi si potrà (anzi si dovrà) inviare istanza al Comune su cui insiste il sito, ai fini del rilascio del certificato di destinazione urbanistica, che non lascia preludio a dubbi operativi.

Dopo aver appurato che l’area edificabile è libera da vincoli (e sulla quale si potranno costruire fabbricati – per qualsiasi uso sia civile che commerciale) essa sarà soggetta al pagamento dell’IMU.

Ma sorge il problema della determinazione della base imponibile.

Per questo crucintarsio consigliamo:

1) Preliminarmente di consultare l’Ufficio tecnico comunale per verificare se sono state adottate delibere di consiglio comunale (e non giuntali)  fissative del valore di un’area edificabile per metro quadro insistenti nel comune medesimo.

2) In mancanza non ci resterà che riferirci al valore di mercato del terreno, e in tal caso, migliore sarebbe avere una stima di un perito o di un’agenzia immobiliare, per possedere una qualificazione documentale, dalla quella è scaturita la determinazione della base imponibile ai fini dell’IMPOSTA IMU.

Imprese: con il “fare” del governo è l’ora della sveglia.

0

Per le imprese con il decreto “fare” è arrivato il momento della sveglia.

Per gli imprenditori, dopo le tante botte ricevute – sia per la crisi che per uno Stato inefficiente – è arrivato il momento del “fare” «se si vuole»,  con gli strumenti messi a disposizione contro la crisi dal decreto appena approvato  dal Governo.

Le imprese potranno prendersi la loro “revenge” contro un apparato statale altamente lento, burocratizzato ed inefficiente.

Il “decreto del fare”  se andrà in porto (così come approvato e come ci auguriamo),  consentirà  alle aziende non solo di recuperare la produttività perduta ma anche “di sferzare” coloro che sono stati a impoltronire sulla loro sedia da funzionari, lasciando l’evasione della  “pratica d’impresa” al buon umore di una mattina.

Da adesso i funzionari pubblici dovranno “scattare «sull’attenti» quando un’azienda gli invia una istanza”. Prevista una multa  – per i ritardi nelle concessioni di autorizzazioni e pratiche d’impresa – a carico del diretto “funzionario incaricato” (50 euro per ogni giorno di ritardo e fino a 2000 euro) nell’espletamento della pratica dell’imprenditore.

Ma anche una rinvicita contro i soprusi fiscali di equitalia, che ha pignorato e venduto la casa di piccoli imprenditori.

La revisione dei poteri di Equitalia resta uno dei punti fondamentali del “decreto fare”. In particolare i debiti iscritti a ruolo in caso di difficoltà del contribuente potranno essere rateizzati fino a 10 anni – 120 rate -e dal 30 settembre scomparirà l’aggio, oggi circa l’8% del ruolo esatto; saranno dovuti soltanto i costi fissi con i relativi interessi. Come anticipato ieri su queste pagine la prima casa  (non di lusso) non sarà più soggetta ad espropriazione, se è l’unico bene, ed è la propria residenza.

Anche le Banche dovranno servire i propri clienti, non potranno più rifiutare di parlare con il cliente che non ha garanzie, perchè teoricamente la garanzia potrebbe arrivare dal fondo Centrale di Garanzia, rafforzato dal decreto.

E cosa dire degli appalti, con gravose incombenze burocratiche per le imprese – che dovevano fare in pratica una doppia contabilità dei pagamenti – anche quella dei loro appaltatori o subappaltatori, per verificare il versamento di ritenute ed IVA,  pena l’obbligazione in solido dei pagamenti omessi. (Una vera ingiustizia fiscale del decreto Bersani dl 223/06).

Insomma se oggi qualcuno ha veramente voglia di “fare” (rivolgendoci soprattutto ai giovani) non può lamentarsi della mancanza di strumenti.

Certamente non è una passeggiata richiedere ad esempio la garanzia pubblica, ma si può fare.

Le intenzioni del decreto per le aziende produttive è il permettergli di «fare impresa»:

  • sburocratizzazione delle pratiche;
  • azioni contro i funzionari inetti;
  • garanzia pubblica a fini di finanziamento; (in arrivo 50 miliardi di rifinanziamento del fondo, sveglia ai giovani)
  • wi-fi gratuito;
  • riduzione delle bollette e dei costi di energia;
  • 5 miliardi di euro per la riedizione della legge sabatini per l’acquisto di macchinari.

Insomma, fermo restando che oggi stiamo vivendo una crisi profonda, esistono le vie per gli investimenti produttivi, i giovani disoccupati possono muoversi per aprire un’attività propria d’impresa, i debitori potranno largamente e tranquillamente onorare i propri debiti, le banche dovrebbero tornare a fare le banche.

Manca in questo decreto il blocco dell’aumento IVA, speriamo in un ripensamento e/o in un ritrovamento delle risorse.

Insomma nelle intenzioni, si tratta di un decreto importante, “ma aspettiamo però le disposizioni attuative”.

Appalti: meno responsabilità per l’ appaltante.

0

APPALTI: Dal decreto del fare arriva l’alleggerimento della responsabilità solidale del committente-appaltante per i versamenti impagati di ritenute ed IVA da parte dell’impresa appaltatrice o sub-appaltatrice.

Per gli appalti il decreto del fare ha previsto la soppressione dell’art. 35 del DL 223/2006 (co. 28 a 28-ter) che prevede la responsabilità solidale del committente o appaltante  per i versamenti di ritenute (sui dipendenti) e dell’IVA  omessi dall’impresa appaltatrice o sub-appaltatrice.

I commi da 28 a 28 ter dell’art. 35 del DL 223/2006 (BERSANI) prevede l’accollo della responsabilità solidale dell’appaltante e del committente  (per quest’ultimo da 5mila a 200mila euro di sanzioni) per gli omessi versamenti di ritenute ed IVA dovuti dall’appaltatore o dal sub appaltatore.

In sostanza in caso di mancato pagamento dell’appaltatore o del sub-appaltatore di ritenute ed IVA, per i lavori di appalto commissionatigli dall’appaltante o dal committente, questi ultimi erano tenuti al pari del debitore principale, ad effettuare i pagamenti omessi.

Per evitare tale regime di responsabilità in solido il committente o l’appaltante era obbligato ad acquisire dall’appaltatore o dal sub-appaltatore la documentazione comprovante i versamenti di IVA e ritenute.

La disposizione era troppo pesante, spesso ha bloccato interi lavori; e più volte ne è stata chiesta la soppressione.

Finalmente il decreto del fare, in materia di appalti pubblici fa tirare un sospiro di sollievo a committenti ed appaltanti, anche se resta la responsabilità solidale del committente per contributi previdenziali e stipendi dei lavoratori del sub-appaltatore.

Il CDM approva il decreto del fare. Niente blocco IVA.

0

Il CDM ha approvato il “decreto del fare” in una seduta fiume di circa 6 ore. Più facile accedere al fondo di garanzia delle Pmi, Riduzione del costo delle bollette, limiti agli espropri di equitalia, rateizzazioni fino a 120 rate, decadenza dalla dilazione dopo 8 rate non pagate, wi-fi libero, durc valido 180 giorni, eliminazione della responsabilità solidale per l’IVA  e ritenute  del committente nei contratti di appalto, 50 euro di multa al giorno per i funzionari pubblici che ritardano i procedimenti amministrativi richiesti dai cittadini, semplicazione per l’utilizzo dei suoli da parte dei campeggi.

Letta soddisfatto. Il Premier Letta a margine del Consiglio dei Ministri si è detto soddisfatto: “Si tratta di un provvedimento completo che ha come base le sei raccomandazioni rivolte all’Italia dalla Commissione Europea il 29 maggio 2013 nel quadro della procedura di coordinamento delle riforme economiche per la competitività”.

  1. Semplificazioni del quadro amministrativo e normativo per imprese e cittadini;
  2. Abbreviazione dei procedimenti civili, smaltimento del contenzioso in corso, ricorso a procedure extragiudiziali;
  3. Miglioramento del flusso di credito per  l’accesso a finanziamenti da parte delle imprese produttive;
  4. Migliorare la qualità della scuola;
  5. Continuare sulla strada delle liberalizzazioni nel settore dei servizi;
  6. Migliorare la capacità infrastrutturale.

Con il decreto del il CDM non ha proprio discusso dell’IVA e quindi per ora niente blocco dell’aumento IVA, ma bene le limitazioni ai poteri di Equitalia e finanziamento alle infrastrutture. Bene il rifinanziamento del Fondo di garanzia.

Niente sul fronte riduzione delle tasse e dell’IVA.

Una carrellata rapida DEL “FARE” dei provvedimenti maggiori che ha preso il governo Letta e il CDM di stasera.

A) il decreto del fare INFRASTRUTTURE

1) Il decreto legge “del fare” ha previsto lo stanziamento di 3 miliardi di euro per il rilancio delle opere infrastrutturali, che in termini occupazionali significa occupare 30mila addetti.

2) Sicurezza stradale

Sono stati previsti interventi per la sicurezza stradale con investimenti pari a 300 milioni di euro;

3) Rilancio porti e nautica

Abolizione della tassa sulle piccole imbarcazioni;
Rilancio dei porti mediante semplificazioni pe i dragaggi e rimodulazione delle tasse portuali.

B) EDILIZIA

1) Ristrutturazioni nelle città

Incentivare le ristrutturazioni degli edifici nelle città.

2) Semplificazioni in materia di edilizia

Con il decreto appena approvato il Consiglio dei Ministri impone lo stop ai tempi  lunghi della burocrazia: il cittadino che ha bisogno della DIA può richiedere allo Sportello Unico di provvedere all’acquisizione di tutti gli atti di assenso necessari all’intervento edilizio;
Il certificato di agibilità potrà essere richiesto anche per singoli unità immobiliari o parti  “purché funzionalmente autonome” semprechè siano state realizzate e collaudate le opere di urbanizzazione primaria.

3) Il provvedimento di semplificazione in materia di rilascio del Durc
Il Documento Unico di Regolarità contributiva per i contratti pubblici di lavori da parte di imprese:

  • Si potrà acquisire in via informatica;
    avrà validità di 180 giorni.

l’IMPRESA

1) Più facile accedere al fondo di garanzia delle Pmi.

Per riattivare i prestiti per investimento a favore di imprese, “il decreto del fare” prevede il potenziamento del Fondo Centrale di Garanzia, per consentire l’accesso al credito ad una platea molto più ampia di piccole e medie imprese. A tale scopo si dispone la revisione dei criteri per il rilascio della garanzia, ed è stato programmato un cospicuo rifinanziamento, in sede di Legge di Stabilità, che consentirà di attivare credito aggiuntivo per circa 50 miliardi.

2) 5 miliardi per l’acquisto di nuovi macchinari

Il Consiglio ha previsto che Le Pmi potranno accedere a finanziamenti a tasso agevolato per l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo.

I finanziamenti verranno concessi entro il 31 dicembre 2016 da banche convenzionate;
avranno durata massima di 5 anni e per un valore non superiore a 2 milioni di euro per ciascuna impresa.

3) Sostegno ai grandi progetti di ricerca e innovazione industriale

Il governo ha anche  istituito un “Fondo di garanzia per i grandi progetti” con un fondo di dotazione di 50 milioni per il 2013 e il 2014.

4) Rifinanziamento dei  contratti di sviluppo

Con il finanziamento dei Contratti di Sviluppo nel Centro-Nord, gestiti da Invitalia, sono state poste le condizioni per avviare in tempi rapidi almeno 20 grandi progetti di investimento che diversamente non sarebbero partiti, con  una importante ricaduta sul fronte occupazionale.

5) Più concorrenza nel mercato del gas naturale e dei carburanti

Viene ampliata l’apertura del mercato del gas naturale, liberalizzando completamente le piccole e medie aziende, in linea con quanto indicato dalla Commissione Europea e dall’Antitrust. Sono previste poi misure volte ad accelerare l’avvio delle gare di distribuzione del gas per ambiti territoriali, dalle quali deriveranno minori costi per i cittadini utenti e significative entrate per gli enti locali.

6) Riduzione delle bollette di energia elettrica

In particolare, è stata modificata la modalità di determinazione delle tariffe concesse agli impianti in regime Cipe, in modo progressivo, portandole in linea con i prezzi di mercato che si sono significativamente ridotti nell’ultimo periodo;  bloccata la maggiorazione degli incentivi all’elettricità prodotta da biocombustibili liquidi, maggiorazione che avrebbe comportato un aumento delle tariffe di 300 milioni all’anno e avrebbe premiato impianti con scarsi benefici ambientali che saranno invece oggetto di iniziative di riqualificazione.

7) Imprese miste per lo sviluppo

  • Crediti agevolati per il finanziamento della quota di capitale di rischio per la costituzione di imprese miste;
    Crediti agevolati ad investitori pubblici o privati o ad organizzazioni internazionali, per il finanziamento di imprese miste da realizzarsi in Paesi in via di sviluppo.

8) Burocrazia zero

È prevista la predisposizione di un piano nazionale per le zone a ‘burocrazia zero’.

9) Multa alle P.A. che ritardano i procedimenti amministrativi.

Viene introdotto un indennizzo monetario a carico delle P.A. in ritardo nella conclusione di procedimenti amministrativi. Scatta un risarcimento a carico del funzionario ritardatario pari a 50 euro al giorno fino a un massimo di 2.000 euro.

10) Certificati medici inutili

Sono state eliminate tutte le certificazioni mediche oggi necessarie per accedere a impieghi pubblici e privati. Non vi saranno più per i cittadini adempimenti onerosi resi inutili dalle recenti novità legislative in materia di sorveglianza sanitaria sui luoghi del lavoro.

C) Ritorna l’AGENDA DIGITALE

1) La nuova governance

Il decreto approvato dal CDM riorganizza e rende più snella e operativa la governance dell’Agenda digitale. Si ridefiniscono i compiti della cabina di regia che, presieduta dal Presidente del Consiglio o da un suo delegato, presenterà al Parlamento un quadro complessivo delle norme vigenti, dei programmi avviati e del loro stato di avanzamento, nonché delle risorse disponibili che costituiscono nel loro insieme l’agenda digitale medesima.

L’Agenzia per l’Italia digitale viene poi sottoposta alla vigilanza unicamente del Presidente del Consiglio.

2) Le novità

Domicilio digitale: all’atto della richiesta della carta d’identità elettronica o del documento unificato, il cittadino potrà chiedere una casella di posta elettronica certificata;
Razionalizzazione dei Centri elaborazione dati (CED);
Fascicolo sanitario elettronico (FSE): le regioni e le province autonome dovranno presentare il piano di progetto del FSE all’Agenzia per l’Italia digitale entro il 31 dicembre 2013. Entro il 31 dicembre 2014 questo sarà istituito. L’Agenzia per l’Italia digitale e il ministro della Salute dovranno valutare e approvare i progetti.

3) Wi-fi libera come in Europa

E’ stata prevista la liberalizzazione dell’accesso ad Internet, come avviene in molti Paesi europei. Resta però l’obbligo del gestore di garantire la tracciabilità del dispositivo utilizzato. L’offerta ad internet per il pubblico sarà libera e non richiederà più l’identificazione personale dell’utilizzatore.

D) DONAZIONE DEGLI ORGANI

Per rendere più efficiente l’operatività del sistema nazionale dei trapianti, si è introdotto l’obbligo per i Comuni di comunicare tempestivamente con mezzo telematico al Sistema Informatico Trapianti gli atti di consenso all’espianto manifestato ai donatori.

E) “Fare” SEMPLIFICAZIONE FISCALE

1) Responsabilità fiscale delle imprese

Viene abolita la responsabilità fiscale solidale tra appaltatore e subappaltatore relativamente ai versamenti IVA.

2) Pignorabilità delle proprietà immobiliari

Se l’unico immobile di proprietà del debitore è adibito ad abitazione principale, non può essere pignorato, ad eccezione dei casi in cui l’immobile sia di lusso o comunque classificato nelle categorie catastali A/8 e A/9 (ville e castelli).

Per tutti gli altri immobili, il valore minimo del debito che autorizza il riscossore a procedere con l’esproprio dell’immobile, è stato innalzato da 20mila a 120mila euro.

L’esecuzione dell’esproprio può essere resa effettiva non prima di 6 mesi dall’iscrizione dell’ipoteca, mentre in passato erano sufficienti 4 mesi.

Per quanto riguarda le imprese, i limiti alla pignorabilità già presenti nel codice di procedura civile per le ditte individuali sono estesi anche alle società di capitali e più in generale alle società dove il capitale prevalga sul lavoro.

3) Riscossione

Secondo le norme in vigore, la società di riscossione Equitalia può concedere al debitore una dilazione dei pagamenti per l’estinzione del debito fino a 72 rate mensili e, in caso di peggioramento delle condizioni economiche del debitore, una dilazione per ulteriori 72 rate mensili. Tale accordo di rateizzazione decade se il debitore non effettua il pagamento di due rate consecutive.

La norma varata oggi prevede che sia la prima sia la seconda dilazione di pagamento possono essere aumentate, fino a un massimo di 120 rate mensili. L’estensione è concessa a condizione che sia accertata una grave situazione di difficoltà del contribuente non dovuta a sue responsabilità ma legata alla crisi economica tale da rendere impossibile il rispetto del piano ordinario.

Inoltre, il numero di rate non pagate che determinano la decadenza è aumentato a 8 rate anche non consecutive.

4) Equitalia

La proroga della concessione ad Equitalia del servizio di riscossione per conto degli enti locali, già prevista dal dl 35/2013 soltanto per la riscossione dei tributi, si estende ai crediti non tributari (ad esempio, sanzioni amministrative quali le multe).

Si anticipa a settembre 2013 il termine oggi fissato al 31 dicembre 2013 entro cui adottare il Dm che ridefinirà il quantum dovuto a Equitalia per aggio.

5) Abrogazione del modello 770 mensile

Non ci sarà più l’obbligo di comunicare, in via telematica, i dati retributivi e le informazioni necessarie per il calcolo delle ritenute fiscali e dei relativi conguagli.

6) Procedure per la comunicazione dei fabbisogni standard (Comuni)

La decorrenza dei termini (60 giorni) entro i quali i Comuni devono restituire compilati alla SOSE i questionari relativi ai fabbisogni standard si calcola dalla data di pubblicazione del provvedimento del Direttore delle Finanze.

F) Fare AMBIENTE

1) Gestione delle acque sotterranee

Le nuove disposizioni di semplificazione in materia di gestione delle acque di falda sotterranee estratte per fini di bonifica o messa in sicurezza dei siti contaminati (Art. 243 del D.lgs. 152/2006) riducono gli oneri a carico degli operatori interessati e accelerano le procedure amministrative relative agli interventi. delle attività economiche interessate.

2) Terre e rocce di scavo

Le disposizioni in materia di terre e rocce da scavo sono volte a semplificarne l’utilizzo, chiarendo i casi in cui è necessario il ricorso alle procedure di cui al DM n. 161/2012, contenente, tra l’altro, i criteri qualitativi che terre e rocce da scavo devono soddisfare per essere considerate sottoprodotti e non rifiuti.

3) Materiali di riporto

Il decreto del fare disciplina dei materiali di riporto di cui al D.L. 2/2012, convertito con modificazioni dalla L. 28/2012 (Misure straordinarie e urgenti in materia ambientale). Le nuove disposizioni chiariscono la definizione delle matrici materiali di riporto, specificandone la composizione, e prevede inoltre che le stesse siano soggette a test di cessione affinché possano essere considerate come sottoprodotti o rimosse dal luogo di scavo.

4) Semplificazioni per i campeggi

Per risolvere alcune questioni interpretative spesso causa di ostacolo ad attività turistiche all’aperto, viene chiarita la portata di alcune norme concernenti l’attività di posizionamento di allestimenti mobili di pernottamento e relativi accessori, temporaneamente ancorati al suolo, all’interno di strutture ricettive all’aperto per la sosta ed il soggiorno. In particolare, facendo riferimento a normative di settore contenute in diverse leggi regionali, con le nuove norme i campeggi non necessitano di permesso a costruire, laddove detto posizionamento sia effettuato in conformità alle leggi regionali applicabili ed al progetto già autorizzato con il rilascio del permesso a costruire per le medesime strutture ricettive.

5) Interventi di adeguamento del sistema dei rifiuti nella Regione Campania

Il decreto del fare predispone uno strumento per l’accelerazione delle procedure di competenza degli Enti locali per la realizzazione e l’avvio della gestione degli impianti di gestione dei rifiuti nella Regione Campania, già previsti dalla normativa e dalla pianificazione vigente ma non ancora realizzati. Tale accelerazione è dettata anche dall’esigenza di evitare una possibile condanna dell’Italia nella procedura di infrazione 2007/2195, che si preventiva nell’ordine di 8 milioni di euro giornalieri, oltre alla perdita di un ingente finanziamento comunitario stanziato per la problematica dei rifiuti nella Regione Campania. A tali fini, è stato previsto il ricorso alla nomina di commissari nominati dal Ministro dell’Ambiente che effettuino gli interventi necessari in caso di inadempienza degli enti competenti in via ordinaria, al pari di quanto già previsto nella Legge di Stabilità 2013 con riguardo al Commissario per le emergenze rifiuti urbani in Provincia di Roma.

G) il decreto del fare ISTRUZIONE, UNIVERSITà, RICERCA

1) Sblocco del turn over al 50% per Università ed enti di ricerca dal 2014

Il decreto del fare amplia le facoltà di assumere delle università e degli enti di ricerca per l’anno 2014, elevando dal 20% al 50% il limite di spesa consentito rispetto alle cessazioni dell’anno precedente (turn over). Le singole università potranno quindi assumere nel rispetto delle specifiche disposizioni sui limiti di spesa per il personale e per l’indebitamento senza superare, a livello di sistema, il 50% della spesa rispetto alle cessazioni. Con questo provvedimento si liberano posti per 1.500 ordinari e 1.500 nuovi ricercatori in “tenure track” sul Ffo nel 2014. Spesa prevista: 25 milioni nel 2014; 49,8 nel 2015.

2) Borse di mobilità per studenti capaci e meritevoli

Cinque milioni per il 2013 e per il 2014, 7 milioni per il 2015 da iscrivere sul Fondo di finanziamento ordinario delle università per l’erogazione di “borse per la mobilità” a favore di studenti che, avendo conseguito risultati scolastici eccellenti, intendano iscriversi per l’anno accademico 2013-2014 a corsi di laurea in regioni diverse da quella di residenza. Le risorse saranno suddivise tra le regioni con decreto del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano. Le borse saranno attribuite sulla base di una graduatoria adottata da ciascuna Regione per le università site nel proprio territorio.

3) Rendere più flessibile il sistema di finanziamento delle università e semplificare le procedure di attribuzione delle risorse

Per questo si unificano in unico fondo le risorse attualmente destinate al finanziamento ordinario delle università (FFO) alla programmazione triennale del sistema, ai dottorati, e agli assegni di ricerca. Nello stesso provvedimento si decide di sottoporre all’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) la valutazione dei servizi delle università e degli enti di ricerca per semplificare il sistema di valutazione attualmente in vigore.

4) Interventi straordinari a favore della ricerca

Il Ministero favorirà interventi diretti al sostegno e allo sviluppo delle attività di ricerca fondamentale e di ricerca industriale, mediante la concessione di contributi alla spesa nel limite del 50% della quota relativa alla contribuzione a fondo perduto disponibili sul Fondo per la ricerca applicata (FAR). Si tratta di utilizzare il fondo rotativo, che si alimenta con i rientri del credito agevolato, che contiene anche risorse da destinare a contributi a fondo perduto. Gli interventi da finanziare riguardano principalmente lo sviluppo di start up innovative e di spin off universitari, la valorizzazione di progetti di social innovation per giovani con meno di 30 anni, il potenziamento del rapporto tra il mondo della ricerca pubblica e le imprese, il potenziamento infrastrutturale delle università e degli enti pubblici di ricerca.

H) il decreto del fare SEMPLIFICAZIONE PER LA CITTADINANZA

Semplificazione delle procedure di riconoscimento della cittadinanza del figlio nato in Italia da genitori stranieri al compimento della maggiore età – nei casi previsti dalla legge – in modo da evitare che disfunzioni di natura amministrativa o inadempienze da parte di genitori o di ufficiale di Stato Civile possano impedire il conseguimento della cittadinanza stessa.

I) il decreto del fare GIUSTIZIA CIVILE

Lo stato della giustizia civile costituisce, senza dubbio, uno dei fattori esogeni di svantaggio competitivo per la società italiana, in particolare per chi produce e lavora. Siamo al 158° posto nel mondo nell’indice di efficienza di recupero del credito a causa dei tempi lunghi e 1.210 giorni è la durata media dei procedimenti civili per il recupero crediti. Allarmante è, inoltre, il numero di condanne riportate dallo Stato per violazione del termine della ragionevole durata dei processi.
Per far fronte a queste criticità il decreto contiene una serie di misure volte a:

1. Incidere sui tempi della giustizia civile e migliorarne l’efficienza.

A tal fine si prevede:

Il ripristino – per diminuire il numero dei procedimenti giudiziari in entrata – della mediazione obbligatoria per numerose tipologie di cause, con l’esclusione (richiesta dall’avvocatura) delle controversie per danni da circolazione stradale, il netto contenimento dei costi per la mediazione e l’adeguato coinvolgimento della classe forense;

l’istituzione di stage di formazione presso gli uffici giudiziari dei tribunali. I giovani laureati in Giurisprudenza più meritevoli (valutati in funzione della media degli esami fondamentali e dalla media di laurea) potranno completare la predetta formazione presso i predetti uffici giudiziari, che si potranno avvalere del loro qualificato contributo;

l’istituzione di un contingente di 400 giudici non togati per lo smaltimento del contenzioso pendente presso le Corti di Appello;

l’istituzione della figura di assistentedi studio presso la Corte di cassazione: 30 magistrati ordinari già in ruolo potranno essere assegnati dal CSM alle sezioni civili della Corte di Cassazione, per conseguire un aumento della produttività del settore, contrastando l’attuale tendenza ad un aumento delle pendenze (nel 2012 sono risultati quasi 100.000 processi pendenti).

la possibilità – nell’ambito dei processi di divisione di beni in comproprietà (notoriamente lunghi) – di attribuire la delega a un notaio nominato dal giudice delle operazioni di divisione, quando ci sia accordo tra i comproprietari sulla necessità di divisione del bene.

2. Contribuire a ricostituire un ambiente d’impresa accogliente per gli investitori nazionali e internazionali fondato sulla certezza del credito.

A tal fine si prevede:

La concentrazione esclusiva presso i Tribunali e le Corti di appello di Milano, Roma e Napoli delle cause che coinvolgono gli investitori esteri (senza sedi stabili in Italia) con lo scopo di garantire una maggiore prevedibilità delle decisioni e ridotti costi logicistici.

La revisione del cosiddetto concordato in bianco. Lo strumento è stato introdotto nel 2012 per consentire all’impresa in crisi di evitare il fallimento e di salvare il patrimonio dalle aggressioni dei creditori con la massima tempestività (depositando cioè al tribunale una domanda non accompagnata dalla proposta relativa alle somme che si intendono pagare ai creditori). Per impedire condotte abusive di questo strumento (cioè domande dirette soltanto a rinviare il momento del fallimento, quando lo stesso non è evitabile) emerse dai primi rilievi statistici, si dispone che l’impresa non potrà più limitarsi alla semplice domanda iniziale in bianco, ma dovrà depositare, a fini di verifica, l’elenco dei suoi creditori (e quindi anche dei suoi debiti). Il Tribunale potrà, inoltre, nominare un commissario giudiziale, che controllerà se l’impresa in crisi si sta effettivamente attivando per predisporre una compiuta proposta di pagamento ai creditori. In presenza di atti in frode ai creditori, il Tribunale potrà chiudere la procedura;

nel giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, la previsione che il giudice quando è presentata opposizione a decreto ingiuntivo debba fissare la prima udienza non oltre 30 giorni e, in quella sede, decidere sulla provvisoria esecuzione.

Le aspettative

Per effetto delle misure introdotte ci si attende, nei prossimi 5 ANNI, un consistente abbattimento del contenzioso civile, nonché un incremento dei procedimenti definiti. In particolare:

TRIBUNALI Definiti in 5 anni: + 675.000
APPELLO Definiti in 5 anni: + 262.500
CASSAZIONE Definiti in 5 anni: + 20.000.

Insomma volendo dare una valutazione manca AL CD. DECRETO DEL FARE solo l’IVA e la riduzione tasse.

Il testo integrale del comunicato dell’Esecutivo.

Professionisti: i prelevamenti bancari considerati compensi in nero.

0

professionisti prelevamenti bancari compensi in neroAccertamento professionisti: I prelevamenti bancari si considerano compensi in nero.

La norma che trasforma in “compensi in nero i prelevamenti bancari senza giustificazione” è stata estesa dal 1° gennaio 2005 anche ai professionisti oltre che ai titolari di redditi d’impresa”.

Con l’ordinanza 27-29 del 10-06-2013 La Ctr del Lazio ha di nuovo posto alla Consulta la questione in materia dei prelevamenti bancari effettuati dai professionisti.

La Commissione Regionale ha evidenziato l’irrazionalità della norma in quanto basta la semplice indicazione del beneficiario “per giustificare” il prelevamento bancario del professionista dal proprio conto corrente.

La disposizione, secondo la CTR, diventa inutile per accertare eventuali maggiori redditi dei professionisti oppure bisogna imporre un obbligo probatorio aggiuntivo che precostituisce la giustificazione dell’operazione di prelevamento bancario.

I giudici della commissione tributaria laziale hanno ravvisato sproporzione tra “lo strumento di indagine e le esigenze di individuare e tassare i redditi non dichiarati dai professionisti”.

Siamo alle catene fiscali, i professionisti che ricevono un omaggio dal genitore di 999 euro, dovrebbero andare dal notaio, con i genitori al seguito che gli lascitano la somma davanti ad almeno 2 testimoni.

Intanto indisturbati ci sono i  “poveri evasori” che costituiscono una società in Lussemburgo, i cui  soci sono due fiduciarie, una con sede in Svizzera e l’altra  a S.Marino, il tutto perfettamente italiano.

Queste sono le evasioni che bisogna PEDINARE.