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Ripartono le cessioni del credito 110 e ristrutturazioni.

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A SINGHIOZZO RIPARTONO LE CESSIONI DEI CREDITI CHE MOLTE IMPRESE ANCORA HANNO IN CASSETTO, DOPO UN 2022 FINORA TRAVAGLIATO.

La causa è stata il blocco massivo, da parte dell’esecutivo, di ogni tipo di cessione, per far fronte alle frodi che si sono accertate soprattutto per il bonus facciate.

La sospensione per ogni tipologia di credito, anche per il superbonus 110, già super controllato e periziato, è stato letale per molte aziende italiane. Le frodi nel superbonus infatti ci sono state ma in misura molto inferiore agli altri bonus, dove non esisteva obbligo di perizia da parte di asseveratori.

Perché quindi è stato bloccata anche la cessione del superbonus ,,,, 110 che ha fatto chiudere migliaia di aziende ? Spero ci risponderà qualcuno vicino al premier Draghi.

Ma arrivati ai giorni nostri, il dl ucraina ter, ha autorizzato di fatto la quarta cessione eliminando la responsabilità in solido per i cessionari del credito, che saranno tenuti al rimborso delle detrazioni infedelmente ottenute solo in presenza di dolo e frode e quindi conoscenza dell’illegale credito.

BANCA INTESA E’ STATA LA PRIMA CHE STA CEDENDO I PROPRI CREDITI A GRANDI UTENTI, COME PER ESEMPIO UN VENDITA AD AUTOTORINO DI 200 MILIONI DI EURO DI CREDITI IN PORTAFOGLIO.

L’obiettivo ora degli istituti di credito è vendere i creditin portafoglio anche a clienti istituzionali e di grande rilevanza, come previsto dal dl. ucraina ter, e quindi liberare capienza fiscale propria per accogliere altri crediti che impresa vogliano cedergli.

Ovviamente le procedure saranno piu’ lente rispetto alle norme iniziali, gli interessi piu’ alti, ma chi ancora tiene finanziariamente arriverà a destinazione recuperando i danari spesi per le costruzioni.

Consiglio: Informatevi presso la vs. banca sulla possibilità di riprendere le cessioni in virtu del recente e ultimo decreto.

Le Banche devono diventare piu’ flessibili mettendo al centro l’imprenditore non le sue garanzie.

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Il sistema bancario italiano non funziona, per le micro-imprese in primo luogo.

Negli altri Stati dell’area euro, banche e finanziamenti finanziano giovani che iniziano l’Università e sicuramente non potranno avere una garanzia sul debito. La domanda è spontanea, qual’è il motivo per cui una Banca darebbe credito a un giovane studente ? Con quali garanzie.

Il merito … è il merito del credito e la sicurezza che dopo le scuole avranno un lavoro e potranno rimborsare il proprio debito.

In italia i grandi gruppi bancari, sono deprecabili. Il male della nostra società.

Hai finito di lavorare se sei iscritto in CRIF.

Hai finito di lavorare se se iscritto il Centrale Rischi e in CAI.

Hai finito di lavorare se il tuo affidamento per tre mesi è super colmo, per motivi lavorativi.

A cosa serve la Banca quando le cose vanno bene, cosi’ gentili, pronti a proporti assicurazioni, pac, pic, e investimenti di ogni genere.

Tutto il sistema Bancario Italiano e quindi parlo di ogni istituto Bancario, tranne qualcuno con strategie estere, prendono il denaro a 1,5 per cento dalla BCE,,,, E LO DANNO SOLO ALLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE, MENTRE AI GIOVANI IMPRENDITORI, AI PROFESSIONISTI, A COLORO CHE HANNO AVUTO UNA RATA DI RITARDO NEL PAGAMENTO DEGLI IMPEGNI, POTRANNO METTERSI L’ANIMA IN PACE E CHIUDERE.

NON AVRANNO PIU’ NULLA PER I PROSSIMI 10 ANNI.

GRANDI ISTITUTI COME MPS, INTESA, UNICREDIT, MA ANCHE BANCHE POPOLARI, EROGANO SOLDI SOLO SE HAI UNA GARANZIA NON UN REDDITO, NON UNA PROSPETTIVA, NON UNA IDEA DA PORTARE AVANTI, CHE IN ALTRI PAESI E’ LA VERA GARANZIA PER I LORO SOLDI.

SPESSO E’ PUR VERO CHE I CLIENTI SONO DEI FURBI E MAL PAGATORI, MA MOLTE VOLTE SOGGETTI CHE DOPO 20 ANNI ONORATI CON LA BANCA, PER UNA SOLA E DICO UN PROBLEMA ,,,,, HANNO FINITO DI AVERE CREDITO.

Meloni: Caro Gas dossier urgente.

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Meloni interviene alla giornata COLDIRETTI: ‘Ora governo di alto profilo, caro gas dossier urgente’, tema non è come compensare la speculazione sul gas ma fermarla.

Ribadisce la Meloni: “L’obiettivo è quello di restituire una strategia industriale a questa Nazione che da tempo non l’ha avuta”.

Meloni: ‘Daremo risposte efficaci e immediate ai problemi’

A PROPOSITO DELLE IMPRESE  “La nostra bussola è non disturbare chi vuole fare. La ricchezza la fanno i lavoratori e le imprese, lo Stato deve metterli in grado di produrla”. “L’Italia deve tornare alla difesa del suo interesse per trovare soluzioni comuni”.

A tal proposito ricordiamo che per rendere piu’ liberi gli imprenditori di produrre:

  • è necessario ridurre gli adempimenti fiscali oltre alla misure delle tasse, costi per servizi e tempi necessari sono rubati alla produzione;
  • fiscalità da riformare in toto, scadenze meno frequenti;
  • rivedere le norme sulla regolarità contributiva, quando la mancanza di pagamento abbia delle cause non addebitabili a cattiva volontà dell’imprenditore;
  • necessità di agevolare i giovani che vogliono fare impresa, esentandoli per 3 anni da tasse e contributi.

Bonus Trasporti 60 euro mensili. A chi spetta …

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Dal 1° settembre scorso è stata attivato il portale telematico all’indirizzo https://www.bonustrasporti.lavoro.gov.it/  mediante il quale:

. è possibile inoltrare richiesta e ricevimento del buono trasporti che da diritto allo sconto di 60 euro mensili, richiedibile da persone maggiorenni per sè o per i propri figli;

Trattasi di un aiuto alle spese di mobilità di studenti, lavoratori, pensionati e per tutti quei cittadini che utilizzano il trasporto pubblico. Per ottenere il bonus trasporti di 60 euro bisogna non avere un reddito superiore ai 35.000 euro annui lordo imposte.

1) Bonus trasporto pubblico pari a 60 euro: funzionamento.

Con d.l. n. 50 del 17-5-2022, convertito con modificazioni dalla Legge n. 91 del 15-7-2022 è stato istituito dal Ministero del Lavoro di concerto con i Ministeri dell’Economia e delle Finanze e delle Infrastrutture il “Bonus trasporti”, con una dotazione finanziaria per il 2022 di 79 milioni di euro, che dovrebbero andare a tutti gli aventi diritto pari a 60 euro mensili..

Il decreto Aiuti bis n. 115 del 9-8-2022 ha aumentato le risorse portandole a complessivi 180 milioni di euro.

Al 21 settembre con il decreto aiuti ter la dotazione è aumentata di altri 10 milioni di euro.

Il buono trasporti di 60 euro potrà essere speso per acquistare  abbonamenti mensili o annuali per servizi di trasporto pubblico locale, regionale o interregionale da parte degli aventi diritto.
Il bonus di 60 euro trasporti potrà anche essere usato per il trasporto ferroviario nazionale.
Il bonus trasporti di 60 euro non potrà essere utilizzato per viaggi in prima classe, executive, business, club executive, salotto, premium, working area e business salottino.

Il buono di 60 euro può essere pari fino al 100% della spesa dell’abbonamento con tetto massimo di valore pari a 60 euro mensili.

Il Bonus trasporti è assegnato al soggetto nominativo ed è utilizzabile per l’acquisto di un solo abbonamento.

Il bonus mensile potrà essere fruito esclusivamente per il mese per cui è rilasciato.

il periodo di validità del bonus trasporti di 60 euro per l’acquisto dai gestori è infatti limitato al mese solare di emissione, anche se si effettua l’acquisto di un abbonamento annuale o mensile che parte dal mese successivo.

Il buono sarà emesso direttamente dal portale telematico, e sarà fruibile presso un solo gestore dei servizi di trasporto pubblico entro il mese di emissione presentandolo alle biglietterie.
Il gestore tramite il medesimo portale dovrà verificarne la validità. In caso l’esito sia positivo verrà  rilasciato l’abbonamento richiesto e il gestore provvede a registrare sul portale l’utilizzo del buono, indicando l’importo effettivamente fruito.

ATTENZIONE: In caso di minori il reddito da dichiarare è quello del minore.

Bonus trasporti: come fare domanda
Le domande per il bonus sociale trasporti possono essere presentate fino al 31 dicembre 2022.

E’ necessario registrarsi con SPID o CIE.

 

Acquisto Macchinari: cumulabile industria 4.0 e bonus sud (se con sede in territori agevolati)

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UN AIUTO CONCRETO E’ ARRIVATO ALLE IMPRESE  PRODUTTIVE ITALIANE DALLA LEGGE DI BILANCIO 2021, CON IL RINNOVO DEL BONUS INDUSTRIA 4.0,  PIU’ INCISIVO AL SUD PERCHE’ CUMULABILE ANCHE CON IL BONUS MEZZOGIORNO.

VEDIAMO COME SI RICHIEDONO, IN QUANTO SONO MOLTO DIVERSE LE MODALITA’ DI RICHIESTA E FRUIZIONE DEL CREDITO DI IMPOSTA RELATIVO DA UTILIZZARE IN F24, MA CHE POSSONO CONCEDERE IN LINEA TEORICA UN BONUS TOTALE DELL’85% DELL’IMPORTO DELL’INVESTIMENTO SOSTENUTO ALL’AZIENDA ACQUIRENTE.

Facendo un semplice esempio:

Una impresa con sede legale in territorio agevolato,  acquista un macchinario innovativo per il confezionamento di prodotti dolciari per un costo pari a 300.000 euro oltre IVA. (Qualsiasi tipo di bene strumentale è agevolabile, ma deve essere strettamente legato all’attività svolta e alla produzione dei ricavi, esclusi gli autoveicoli, i camion e i mezzi targati in genere, e ovviamente gli immobili e lavori di costruzione).

—- PRIMO BONUS SULLO STESSO MACCHINARIO —-

PRATICA AGEVOLATIVA BONUS SUD: L’azienda su detto MACCHINARIO MESSO GIA’ IN FUNZIONE pari a 300.000 euro potrà ottenere il 45% di 300mila euro per 135.000 a titolo di credito di imposta se trattasi di micro-piccola impresa, il 35% se invece è una media impresa, il 25% se è inquadrata come grande impresa, secondo le differenze esposte nel prospetto in fondo all’articolo.

PER produrre l’istanza occorre utilizzare il software CIM17 – disponibile sul sito dell’agenzia delle entrate – che dopo averlo scaricato e installato, occorre compilarlo.  Per aprire una nuova istanza, inserire i dati dell’azienda, del legale rappresentante, il bene acquistato nuovo e gli eventuali aiuti di stato già concessi per lo stesso investimento, l’autodichiarazione anti-mafia, l’anno di acquisto e il credito concesso (spiegazione sommaria) ….. poi dopo aver autenticato il file, trasmetterlo tramite desktop telematico all’Agenzia delle Entrate. Attendere che dall’area riservata il file trasmesso sia stato acquisito (servono circa 10 giorni) scaricare la ricevuta telematica che concede il credito pari ad euro 135.000 euro che si potranno utilizzare (anche per intero) a partire dal 5° giorno di avvenuta concessione del credito medesimo.

—- PRIMO BONUS SULLO STESSO MACCHINARIO —-

SULLO STESSO BENE, QUALORA NE ABBIA I REQUISITI DI INTERCONNESSIONE (tra cui l’utilizzo da remoto tramite la rete, il controllo del funzionamento, la manutenzione, la resa ecc..ecc.. ) si potrà anche ottenere il 40% dei 300.000 pari ad altri 120.000 euro di credito di imposta utilizzabile in f24, da usare pero’ in tre anni per 40.000 euro nell’anno di acquisizione in proprietà o leasing, 40.000 euro nell’anno successivo e 40.000 euro nell’anno seguente ancora.

In totale sul macchinario acquistato si potrà ottenere un bonus liquido di 255.000 euro su 300.000 investiti.

DIVERSA E’ LA PROCEDURA PER IL CREDITO DI IMPOSTA TRANSIZIONE 4.0. Infatti Per la pratica industria 4.0, non ci sono particolari adempimenti da effettuare ma occorre conservare la documentazione prodotta che sommariamente è questa:

  • bolla di consegna da cui si evince che il bene è nuovo di fabbrica e DOCUMENTO CHE NE ATTESTA la data di messa in funzione.
  • la fattura o il contratto di leasing che dimostra l’acquisto.
  • il pagamento del corrispettivo o il pagamento della rata di maxi-canone per l’acquisto in leasing.
  • la perizia giurata di un ingegnere informatico che attesta che il macchinario è interconnesso con la rete, secondo le norme che richiedono i particolari requisiti tecnici per la gestione da remoto. (la perizia non è necessaria se l’investimento è inferiore a 300.000 euro, noi la consigliamo in ogni caso, quando l’acquisto supera i 100.000 euro per evitare possibili contestazioni ed errori)
  • Inviare al MISE un modello, scaricabile dallo stesso Ministero, che dopo averlo compilato in tutte le sue parti occorre spedire allo stesso Dicastero a firma del legale rappresentante dell’azienda tramite PEC.

A differenza del bonus mezzogiorno che concede un credito di imposta utilizzabile interamente nell’anno di acquisto, il credito concesso dalla legge industria 4.0, è utilizzabile per 1 /3 nell’anno di acquisto, 1/3 nell’anno successivo, e 1/3 nell’anno +2.


Sia pur vero che le imprese che non hanno sede nei territori agevolati del Sud e Abruzzo Molise e altri Comuni, potranno ottenere solo il credito di imposta industria 4.0, è comunque un notevole importo da scomputare da tasse e contributi.

Il credito di imposta concesso dalla norma sulla transizione 4.0 (ex industria 4.0) infatti è concesso in misura pari al 40% degli investimenti sostenuti in beni strumentali nuovi ( esclusi i mezzi targati) che si potrà utilizzare in compensazione a partire dall’anno di acquisizione per 1/3, poi per 1/3 nel 2023 e l’ultimo terzo nel 2024 del 40% spettante.

Per chi ha sede nei territori agevolati, ha ancora però il Bonus Sud da richiedere, prorogato dalla legge di Bilancio 2021.

Il bonus sud concede un credito di imposta pari al 45% dell’investimento al netto ovviamente dell’IVA, che puo’ essere CHIESTO SULLO STESSO BENE ACQUISTATO CON LA LEGGE INDUSTRIA 4.0, che quindi è pienamente cumulabile con il credito di imposta transizione 4.0.

QUINDI IL RINNOVO CONTEMPORANEO del bonus per gli investimenti nel Mezzogiorno,  c.d. Bonus Sud (art. 1, commi 171 e 172) e delle nuove misure relative al Piano transizione 4.0 (ex industria 4.0), rende assolutamente conveniente acquistare (anche in locazione finanziaria) una nuova attrezzatura, un impianto, e ogni bene strumentale occorrente per la produzione dei beni o servizi che costituiscono il core-business dell’azienda.

Come detto prima, ricordiamo che il Credito di Imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno o Bonus Investimenti Sud è un regime di aiuti che concede un credito di imposta alle imprese che acquistano macchinari, impianti e attrezzature destinate a strutture produttive nuove o esistenti, garantendo liquidità immediata mediante compensazione in F24.

L’agevolazione riguarda solo gli investimenti in beni strumentali nuovi, anche mediante sottoscrizione di contratti di leasing, destinati a strutture produttive ubicate nelle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

L’intensità dell’agevolazione Bonus Sud dipende dalla dimensione di impresa così come previsto dalla Carta degli Aiuti di Stato, che è pari al 45% per le micro-piccole imprese, al 35% per le medie imprese ed al 25% per le grandi imprese). Tale agevolazione, inoltre, è cumulabile con i benefici del Piano Transizione 4.0 (ex Piano Industria 4.0)

Tale intensità di aiuto va determinata attentamente verificando l’eventuale presenza di altre agevolazioni tali da configurarsi come “aiuti di stato”, le quali evidentemente concorrono al “cumulo” nei limiti dell’intensità di aiuto massima ammissibile sopra descritta.

Ricordiamo le fasce e le differenze da tenere in conto tra micro-piccola media e grande impresa.

INFINE UNA NOTA DOVEROSA: Visto che gli aiuti sono cumulabili e possono raggiungere l’85% del costo di acquisto del bene, fate attenzione a contabilizzare gli ammortamenti, in quanto non è possibile ottenere un beneficio maggiore del costo dello stesso bene.

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Il Decreto ministeriale del 18 aprile 2005 “Adeguamento alla disciplina comunitaria dei criteri di individuazione di piccole e medie imprese” individua le varie tipologie di impresa e ne definisce le specifiche caratteristiche.

  • Micro impresa: meno di 10 occupanti ; fatturato o bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro.
  • Piccola impresada 10 a 49 ccupanti; fatturato o bilancio annuo non superiore a 10 milioni di euro.
  • Media impresada 50 a 249 occupanti; fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro e un bilancio annuo non superiore a 43 milioni di euro.
  • Grande impresa: oltre 249 occupanti; fatturato annuo superiore a 50 milioni di euro, bilancio annuo superiore a 43 milioni di euro.

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Giovani: primi due anni niente inps.

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GIOVANI IMPRENDITORI: niente INPS E TASSE PER I PRIMI DUE ANNI.

Se Berlusconi e gli alleati, che quasi sicuramente formeranno il nuovo governo, manterranno le promesse fatte in campagna elettorale, i giovani imprenditori avranno una agevolazione notevole per l’apertura di una attività propria: niente contributi Fissi per due anni. (Abbiamo constatato di persona che i giovani scartano l’idea di iniziare una nuova attività proprio per i contributi inps che sono da pagare in ogni caso, sia che non fatturi sia che fatturi poco).

Inoltre coloro che assumono un giovane lavoratore , oltre ad aver lo sgravio totale di tasse e contributi, qualora lo stipendio non raggiunga i 1000 euro mensili, riceveranno dallo Stato l’integrazione affinché il giovane riceva la somma suddetta di mille euro al mese.

Aggiungiamo che l’idea è il minimo che si possa pretendere da uno Stato. in tutti gli altri Paesi europei incentivano in tutti i modi le giovani leve usciti dalla scuola per accompagnarli nell’introduzione nel mondo del lavoro. Un bene per loro, un bene per la società e un bene per le casse dello stato per l’aumento della circolazione del denaro.

La sfida di Meloni: efficienza dei lavoratori, cultura del lavoro

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Il nostro Paese ha tutto quello che altri Stati non hanno per essere una grande nazione: territorio straordinario in bellezza e ambiente, persone con intelligenza superiore alla media mondiale, opere d’arte che si concentrano in Italia, essendo stata culla dei piu’ grandi artisti nella scultura, nella pittura, di cui sono piene Roma, Firenze ma anche altre città.

PURTROPPO GLI ITALIANI HANNO UN GRANDE DIFETTO: GLI MANCA L’EFFICIENZA PRODUTTIVA E LA VOGLIA DI LAVORARE DOVUTA ALLA MANCANZA DI CULTURA DEL LAVORO.

I precedenti governi sino ad oggi, hanno sempre seguito populisticamente i loro elettori, con tutti i loro difetti. Oggi speriamo che la Meloni (che al 99% sarà incaricata primo ministro). avrà un bel da fare, nel controllare prima … e cambiare dopo …. la cultura lavorativa, degli impiegati pubblici, che dovrebbero produrre servizi per le imprese e i lavoratori privati, per creare una efficienza e velocità che produce PIL….

Oggi, In Italia, in un Paese abbastanza vecchio, gli adempimenti fiscali sono “ABNORMI”, se pensate che un pensionato per recuperare il proprio CUD O PER FARE LA DICHIARAZIONE DEI REDDITIDEVE DOTARSI DELLO SPID. UNICO MODO PER POTER AGEVOLMENTE PRELEVARE IL PROPRIO CUD, OPPURE FARE IL 730, OPPURE ACCEDERE ALL’INPS PER FARE ISTANZE, ISEE E QUANT’ALTRO.

Ma facendo il mestiere del commercialista mi rendo conto, che molti a 50 60 o 70 anni, non riescono neanche a capire cosa possa essere questo SPID, non hanno mai usato uno smartphone, nè un computer, nè altro diabolico ….. sistema informatico.

In questo siamo troppo avanti o indietro se pensiamo che molti uffici pubblici non ricevono piu’ o ricevono a singhiozzo, un pò per causa del covid, un pò per un certo modus operandi che già esisteva prima … Perchè gli impiegati pubblici non dovrebbero essere controllati come quelli privati, per verificare se sono produttivi o non sono produttivi, senza farlo in maniera meramente formale da amici colleghi,,,,, tanto loro sono dipendenti dello Stato,,,, ma bisogna capire e far capire a noi stessi utenti, che lo Stato siamo noi.

 

Fattura elettronica: dal 1-10-2022 arrivano le sanzioni.

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Il 30 settembre si chiude il periodo transitorio che esentava dalle sanzioni su irregolarità nell’emissione delle fatture elettroniche.

Difatti dal 1-10-2022, arrivato a termine il periodo moratorio che sollevava dalle sanzioni, saranno operative e applicabili le sanzioni previste per irregolarità nella emissione delle fatture elettroniche.

I soggetti sanzionabili sono:

  • coloro che pur essendo obbligati non emettono fattura in forma elettronica;
  • coloro che non emettono la fattura elettronica entro 12 giorni dall’effettuazione della operazione. (esempio boniifico ricevuto il 1-10-2022 e la fattura è emessa il 13 ottobre 2022)
  • LE SANZIONI VARIANO DAL 5 AL 10% DELL’IMPORTO NON FATTURATO IN VIA ELETTRONICA
  • ALTRO TIPO DI SANZIONE CHE VA DA  250 a 2.000 euro se l’omissione non permette la verifica del reddito effettivo.

Bonus 150 euro come ottenerlo ? Elettricità

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Bonus di 150 euro per caro energia (per chi ha già OTTENUTO IL PRIMO DI 200 euro).

Come il precedente contributo di 200 euro, la platea degli aventi diritto è abbastanza ampia.

LA MODALITA’ DI EROGAZIONE DEL BONUS DI 150 EURO A SECONDA DELLA TIPOLOGIA DI SOGGETTO PUO’ ESSERE:

1 AUTOMATICA SENZA RICHIESTA;

2 DIETRO APPOSITA DOMANDA DA RICHIEDERE ALL’INPS O AL PROPRIO ENTE PREVIDENZIALE DI APPARTENENZA.

Il nuovo e secondo bonus energia di 150 euro è stato previsto dagli artt. 18, 19 e 20 del DL UCRAINA n. 144/2022.

Il bonus di 150 euro è il secondo dopo quello  previsto per il caro energia di 200 euro, e si ripropone sulla stessa scia del primo già erogato o da erogare per gli autonomi, ma solo se il richiedente non supera i 20.000 euro di reddito.

Rispetto al primo bonus di 200 euro che spettava a tutti, il bonus di 150 euro, quindi riguarda solo soggetti che hanno un reddito fino a 20.000 euro massimi.

LE MODALITA’ DI RICHIESTA ED EROGAZIONE DEL BONUS DI 150 EURO RISPECCHIANO IL PRIMO DI 200 EURO.

  1.  ALCUNI SOGGETTI RICEVERANNO AUTOMATICAMENTE IL BONUS SENZA FARE ALCUNA RICHIESTA , COME IL PRIMO, SUSSISTENDO I REQUISITI DI REDDITO suddetti.
  2. ALTRI SOGGETTI DEVONO PRESENTARE APPOSITA RICHIESTA ALL’INPS O ALL’ENTE PREVIDENZIALE DOVE SONO ISCRITTI IN VIA TELEMATICA, QUESTO IN LINEA GENERALE PER GLI AUTONOMI, ARTIGIANI E COMMERCIANTI.

I PENSIONATI RICEVERANNO AUTOMATICAMENTE IL CONTRIBUTO UNITAMENTE ALLA PENSIONE RELATIVA AL MESE DI OTTOBRE 2022.

Mentre le seguenti categorie devono presentare apposita domanda  in autocertificazione al proprio committente come:
– titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa;
– dottorandi/e e assegnisti/e di ricerca;
– lavoratrici e lavoratori stagionali, a tempo determinato e intermittenti;
– lavoratrici e lavoratori iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo.

La situazione cambia per i titolari di partita IVA , lavoratori autonomi e professionisti, che se in possesso dei requisiti ricevono un’integrazione di 150 euro insieme al bonus 200 euro originario: questa categoria di beneficiari e beneficiarie DOVRANNO INVIARE ENTRO IL 30 NOVEMBRE 2022 LA domanda ALL’INPS, oppure ALLA GESTIONE SEPARATA O ALLE CASSE PREVIDENZIALI PER I PROFESSIONISTI ordinistici.

Bonus 150 euro: chi riceve il pagamento automaticamente
Ci sono cittadini, invece, che riceveranno automaticamente il pagamento dall’INPS senza necessità di presentare  domanda:
COME I titolari di trattamenti pensionistici, di pensione, assegno sociale, di assegno per invalidi civili, ciechi e sordomuti, nonché di trattamenti di accompagnamento alla pensione;
lavoratrici e lavoratori domestici beneficiari del bonus 200 euro;
coloro che ricevono l’indennità di disoccupazione NASPI e DISCOLL e la disoccupazione agricola;
i beneficiari e beneficiarie dei bonus Covid previsti dai Decreti Sostegni e Sostegni bis;
collaboratrici e collaboratori sportivi (la gestione è affidata a Sport e Salute e non all’INPS);
lavoratrici e lavoratori autonomi, privi di partita IVA, non iscritti ad altre forme previdenziali;
incaricati alle vendite a domicilio;
nuclei familiari che hanno diritto al reddito di cittadinanza.

A metà tra chi presenta domanda e chi invece riceve automatica il pagamento, anche questa volta, ci sono i lavoratori dipendenti che devono presentare preventivamente al datore di lavoro un’autocertificazione sul possesso dei requisiti:

che attestano di non essere titolare di uno o più trattamenti pensionistici a carico di qualsiasi forma previdenziale obbligatoria, di pensione o assegno sociale, di pensione o assegno per invalidi civili, ciechi e sordomuti, nonché di trattamenti di accompagnamento alla pensione, con decorrenza entro il 30 giugno 2022;

non essere componente di nucleo familiare beneficiario di Reddito di cittadinanza;

non essere destinatario/a della stessa indennità pagata da un altro datore di lavoro;

avere una retribuzione imponibile nella competenza del mese di novembre 2022 non eccedente l’importo di 1.538 euro.

Sul modello da utilizzare e le istruzioni per coloro che devono presentare domanda si attende ancora un’apposita circolare INPS.

A CURA DI PINO MEROLA COMMERCIALISTA – REVISORE CONTABILE CON STUDIO IN SAPRI -SA.

FONTE: INFORMAZIONEFISCALE.IT

Federalismo e futuro dell’Italia. Oggi si vota per il nuovo Parlamento ridotto a 615 eletti, ma è un sistema che non funziona.

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IN ITALIA SOLO IL FEDERALISMO PUO’ INNESCARE UNA CRESCITA SANA E COSTANTE, E UN’ATTENZIONE AL CITTADINO. IL VOTO DI OGGI DIVENTA NON UTILE, E SICURAMENTE L’ASTENSIONE SARA’ LA VERA PROTAGONISTA DI QUESTE ELEZIONI AMMINISTRATIVE.

Sono circa 40 anni che nel nostro Paese si parla di “federalismo” CON L’ATTESA riforma del titolo V della Costituzione e i partiti che chiedono il federalismo.

Con il federalismo, la concorrenza tra regioni diverse sarebbe positiva ai fini della crescita dell’intero Paese, perché porterebbe ingegno ed efficienza all’interno della Regione-Stato, con una maggiore vicinanza delle istituzioni ai cittadini, anche fisicamente.

Questo si potrebbe realizzare pero’ solo con un federalismo pieno, dove la libertà di spesa dei singoli Stati, sarebbe supportata dall’incasso diretto delle imposte. Al contrario invece la libertà di spesa con l’incasso centralizzato delle imposte causa invece corruzione, clientelismo e antagonismo tra gli Stati Regione.

Lo studio dell’evoluzione federalista del Belgio, consente di trarre qualche spunto per asserire che il federalismo deve essere integrale, ciò vale a dire che il governatore ha si libertà di spesa, ma ha anche la responsabilità di incassare i tributi. Con il federalismo imperfetto che consente solo la libertà di spesa (come fu fatto all’inizio per il Belgio) portò a una riduzione del PIL, ed effetti negativi sui cittadini e l’unione tra di essi.

Se ragioniamo sul Belgio, e quello che è successo possiamo renderci conto che l’ampia autonomia di spesa concessa alle entità regionali, senza responsabilità fiscale portò ad effetti negativi.

Questa scelta dove la spesa pubblica, in Belgio, fu demandata alle Regioni mentre l’incasso delle tassse resto’ al Governo Centrale, causò una impennata della spesa pubblica e una confusione su responsabilità di tali effetti negativi.

A tale problema, nel 2021, il governo di Guy Verhofstadst, provò a rettificare la riforma del 93, demandando alle regioni federate l’incasso di 12 tasse pubbliche.

Uno studio specializzato consenti’ di mettere a confronto il PIL PRO-CAPITE del Paese con altri Stati simili per cultura, stratificazione sociale e altre circostanze simili,

confrontando il reddito prodotto dal Belgio prima e dopo la Riforma del 1993, con questi Stati presi a paragone.

Tale analisi portò a risultati in linea con quanto detto: Il belgio dopo la riforma del 93 con gli Stati federati a cui è demandata solo autonomia di spesa, ebbe una crescita inferiore rispetto agli stati presi a campione. Ma dopo la correzione del 2001 dove le regioni erano anche responsabili dell’incasso delle imposte, IL PIL BELGA COMINCIO’ A CRESCERE MOLTO PIU’ VELOCEMENTE RISPETTO AGLI STATI CONFRONTATI.

Un effetto positivo in fin dei conti logico e naturale, LO stato regione che incassa le imposte, effettua i controlli sugli evasori, incassa ovviamente di piu’ rispetto allo Stato Centrale a parità temporali e di misura della tassazione, ed inoltre va a equilibrare spesa e incassi, in maniera sinergica, creando un effetto domino assolutamente positivo.

L’ITALIA NON HA ALTRE STRADE.