Dopo anni di “tira e molla”, finalmente si pone la parola Fine all’annosa vicenda che ha visto Google nel mirino del Fisco Italiano: dal 2002 al 2015, infatti, Google non avrebbe versato le imposte dovute. Da qui la famosa vicenda ed inchiesta iniziata a gennaio 2016, conclusosi ieri con il maxi-versamento da parte del colosso californiano di 306 milioni di euro per imposte non versate tra il 2002 e il 2006, e tra il 2009 e il 2015. D’altra parte il colosso californiano ha conseguito un fatturato di 24,7 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2017; a quanto pare, non ci saranno problemi a versare alle Casse del Fisco italiano l’ammanco delle imposte non versate ed evase. Il Pm Isidoro Palma ha concluso proprio nel febbraio scorso l’indagine su una presunta evasione fiscale a carico di tre manager della Google Ireland Limited per cinque annualità, tra il 2008 e il 2013. La stessa Guardia di Finanza ha computato mancati versamenti all’Amministrazione tributaria italiana da parte di Google, tra il 2009 e il 2013, per 227 milioni di euro grazie a società dislocate tra Irlanda, Paesi Bassi e Bermuda.
L’Agenzia delle Entrate ha annunciato e spiegato che è stato finalmente siglato «l’accertamento con adesione per risolvere le potenziali controversie relative alle indagini fiscali, condotte dalla Guardia di finanza e coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano, relative al periodo tra il 2009 e il 2013. Google pagherà nel complesso oltre 306 milioni di euro, comprensivi anche degli importi riferibili al biennio 2014 e 2015 e a un vecchio contenzioso relativo al periodo 2002-2006. Con Google sarà inoltre avviato un percorso per la stipula di accordi preventivi per la corretta tassazione in Italia in futuro delle attività riferibili al nostro Paese. L’Agenzia conferma il suo impegno nel perseguire una politica di controllo fiscale attenta alle operazioni in Italia delle multinazionali del web».
L’accertamento con adesione non è altro che un compromesso a cui si è giunti tra Agenzia delle Entrate e Google, una sorta di trattativa che ha consentito al colosso californiano di definire le imposte dovute ed evitare l’insorgere di una lite tributaria. Grazie a questo “compromesso” Google ha potuto beneficiare di una riduzione delle sanzioni amministrative, che devono essere versate nella misura di un terzo del minimo previsto. Un duro “colpo” per Google ma, è sicuramente giusto, versare al Fisco italiano quanto è dovuto ed evitare fenomeni di evasione fiscale, a danno della nostra economia.