Ricorso contro accertamento induttivo per presunta attività in nero derivante da verifica della gdf che ha eseguito il controllo con accesso all’abitazione del contribuente tramite mandato del procuratore. Il ricorso contro l’ accertamento induttivo (per presunta attività in nero) contesta l’accesso all’abitazione richiamando una sentenza della Cassazione che stabilisce la necessità di gravi indizi di evasione per richiedere l’ autorizzazione alla procura ai fini dell’accesso all’abitazione, contesta ancora la marginalità dell’attivita Svolta che riguardava ‘prestazioni occasionali’ e non continuative tale da non rendere obbligato il verificato dall’accensione della partita iva. Inoltre L’accertamento induttivo è contestato in quanto la ricostruzione dei ricavi tiene conto del consumo elettrico , fatto che non può costituire prova dell’attivita In nero, ma mero indizio in presenza di piccoli scostamenti in base al prodotto istat che valuta i consumi medi di energia domestica.
Infine nel ricorso contro l’ accertamento induttivo viene contestata la formazione dei maggiori ricavi effettuato dall’agenzia delle entrate che Recependo il verbale lo traslava acriticamente nell’accertamento induttivo senza verificarne la legittimità o la presenza di errori. Questo in varie sentenze della Cassazione (richiamate nel ricorso) rende illegittimo l’accertamento induttivo.
Trattasi di un modello di ricorso estratto da vera opposizione che ha avuto esito positivo.
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il responsabile Giuseppe Merola